ROMA – Uomini e tra i 51 e 70 anni. La mappa dei sindaci italiani è stata confermata anche dall’ultima tornata elettorale. In base ai dati del Viminale, le amministrative di fine maggio in 793 comuni hanno restituito una fotografia simile alle precedenti.
I primi cittadini donna sono rimasti attorno al 15%, ovvero la stessa percentuale del quadro nazionale. Su 7571 sindaci i maschi sono 6405 e le femmine 1166. Si tratta del 47% del totale, ancora di più rispetto al 2022 in cui questa situazione aveva riguardato il 44% dei piccoli comuni. Stando ad una elaborazione di Centro Studi Enti Locali, infatti, in occasione delle ultime elezioni amministrative, ben 166 comuni delle regioni a statuto ordinario con meno di 5mila abitanti su 352, non aveva centrato l’obiettivo quote rosa.
In Toscana solo Siena, tra i capoluoghi, ha un sindaco donna, Nicoletta Fabio, mentre tra i comuni con più di 35mila abitanti c’è solo Empoli, con Brenda Barnini. Anche sul fronte età, le elezioni 2023 hanno confermato il quadro generale. Tra gli eletti, il 54% ha tra 51 e 70 anni, il 36% ha tra 31 e 50%, il 9% è over 70. Solo tra 31 e 50 c’è una riduzione dell’1% rispetto al dato nazionale.
Anche con riferimento ai titoli di studio dichiarati da chi ha conquistato la fascia tricolore, non si è assistito a significativi cambiamenti. Allo stato attuale, sono in possesso di una laurea 48 sindaci su 100 (contro i 47 dell’ante-amministrative 2023). Il 45% ha conseguito una laurea magistrale o specialistica, l’1,9% ha una laurea di primo livello o triennale. Lo 0,2% ha dichiarato di essere in possesso anche altri titoli post laurea e lo 0,8% ha una specializzazione post laurea o un dottorato di ricerca. Oltre la metà dei primi cittadini italiani non sono andati oltre il liceo. Nello specifico ha conseguito un diploma, o dei titoli equivalenti, poco meno del 43% dei primi cittadini attualmente in carica.