FIRENZE – Dopo il consistente recupero seguito alla crisi pandemica, nel 2022 l’economia toscana ha continuato a espandersi mostrando però un rallentamento, in particolare nella seconda parte dell’anno. A pesare sulla crescita è stata l’inflazione che si è attestata in Toscana al 12% e l’adozione di politiche monetarie restrittive. E’ quanto emerge dal rapporto di Bankitalia sull’economia della Toscana nel 2022.

In base all’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) della Banca d’Italia, nel 2022 l’aumento del prodotto regionale è stato del 3,8%, in linea con la media del Paese, ma più contenuto dell’anno precedente. Nel suo rapporto sulla Toscana, Bankitalia spiega che “dalla metà del 2021 il rincaro delle materie prime, soprattutto di quelle energetiche e alimentari, e l’emergere di strozzature dal lato dell’offerta a livello mondiale si sono riflessi in maggiori costi per le imprese. In tutte le regioni italiane si è quindi registrato un consistente aumento dei prezzi al consumo, ulteriormente cresciuti nel 2022 per effetto della guerra in Ucraina”.

L’aumento dei prezzi, che ha interessato tutte le principali voci di spesa, è stato sostenuto dai prodotti alimentari e, soprattutto, dalle spese per l’abitazione e le utenze, che includono i beni energetici, come elettricità e gas, i cui prezzi erano più che raddoppiati rispetto a dodici mesi prima. Nei primi mesi del 2023 l’inflazione ha iniziato a ridursi: a marzo in Toscana l’indice dei prezzi risultava in crescita dell’8,3% sui dodici mesi, un livello, commenta Bankitalia, “ancora molto elevato nel confronto storico”. Sul quadro congiunturale, spiega ancora il rapporto, continuano a gravare le “deboli prospettive macroeconomiche e l’incertezza della situazione internazionale. In base a nostre stime, riferite alla manifattura, una riduzione marcata dell’import di beni vulnerabili da paesi ad alto rischio geopolitico potrebbe determinare un calo significativo del valore aggiunto regionale; la Toscana risulterebbe la quinta regione italiana più esposta, con impatti particolarmente elevati nel tessile, nei mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli e nella metallurgia”.