Immediato ritiro del provvedimento, immediato ripristino di corrette relazioni sindacali, intervento del Prefetto Renato Saccone. A chiederlo al Presidente della Provincia di Siena Fabrizio Nepi le sigle sindacali dell’ente senese dopo l’emanazione del Decreto n. 22 del 2 dicembre con il «Piano triennale del fabbisogno di personale 2014/2016». Dopo il nostro articolo di ieri (leggi), che ha raccontato i contenuti del decreto, nel primo pomeriggio di oggi i sindacati si sono immediatamente riuniti in assemblea straordinaria. «Abbiamo appreso con sconcerto – spiegano Cgil, Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Usb e Rsu in una nota congiunta – dell’emanazione del decreto nel quale si approva senza confronto e informazione la riconferma di un contesto dirigenziale e un potenziamento dello Staff di Presidenza e quindi un ingiustificato aumento del costo della politica nell’ambito di una riduzione della spesa del personale a regime».

10370981_10204380711269566_5450439530051335_nIl paradosso e il faccia a faccia «Appare paradossale – proseguono i sindacati – che in un momento di incertezza totale nella riallocazione delle funzioni e del personale si possa, in solitudine, approvare atti con valenza programmatoria sul personale senza il debito confronto con chi rappresenta i lavoratori». Proprio per questo i sindacati fin dall’incontro già in programma per domani 5 dicembre (ore 14) chiederanno al Presidente Nepi l’immediato ritiro del provvedimento, l’immediato ripristino di corrette relazioni sindacali in termini di informazione preventiva e concertazione, comportamento omesso nell’iter approvativo del Decreto. Infine l’intervento del Prefetto di Siena Renato Saccone che già si era reso disponibile a partecipare alle fasi di confronto con l’Amministrazione. «Tutto questo – conclude la nota – in un momento di mobilitazione che vogliamo sperare comune per contrastare i tagli previsti dalla Legge di stabilità, e comunque per riconfermare la nostra volontà principale di tutelare funzioni e servizi per i cittadini con adeguate risorse e per tutelare il posto di lavoro».