direttore scientifico del Biotecnopolo

SIENA – Sarebbe un soggetto perfetto per Federica Sciarelli. Di quelli che tengono lo spettatore incollato al video per settimane, in attesa di una pista, più o meno vera, che riaccenda la speranza.

Eppure, nella campagna elettorale di Siena è una presenza fissa. Con i candidati che ne fanno uno dei punti cardinali dei loro programmi, come se fosse già il presente. E vale la pena ricordare chi è stato “scomodato” per dare il via a questo percorso. Dal premio Nobel Giorgio Parisi a Silvio Aime, il presidente, che nel novembre scorso aveva messo un punto esclamativo sul calendario: “Mi sento di dire che da inizio 2023 saremo operativo”.

Non è dato da sapersi se marzo (la fine a questo punto) può essere considerato ancora l’inizio dell’anno, fatto sta che il Biotecnopolo è scomparso dai radar. Forse sarebbe utile una di quelle ricostruzioni facciali computerizzate utilizzate dalle forze dell’ordine per comprenderne i contorni dello stato di avanzamento. La buona notizia, se questo aggettivo può essere valido, è il sito web dedicato. O meglio, quello c’è da un po’. Il passo in più è la sezione “news”.

L’ultimo aggiornamento è di una settimana fa, 21 marzo. In precedenza due post che riguardano Rino Rappuoli, direttore scientifico e punto di riferimento dell’operazione. Rispetto a qualche tempo fa, complice il disinteresse crescente per la pandemia, le presenze mediatiche dello scienziato si sono diradate. Tutto ciò non significa che il progetto non vada avanti per lo meno sottotraccia, però un cenno pubblico potrebbe contribuire a dissipare le incertezze. Lo potrebbe dare Rappuoli così come uno dei quattro ministeri coinvolti. Il cambio della guardia con chi ha sottoscritto il piano è avvenuto da un po’, quindi il tempo per prendere in mano il dossier c’è stato.

Soprattutto perché il Biotecnopolo non è fine a sé stesso. Anzi, funge da contenitore del vero punto nevralgico, il centro antipandemico nazionale. Fino a pochi mesi fa sembrava che non se ne potesse fare a meno, considerata l’impreparazione generale del Paese nell’affrontare il virus. Oggi, con mascherine e vaccini distanti dall’orizzonte visivo, questa opera è scivolata nelle retrovie. Se non fosse che lo Stato aveva deciso di investirci 340 milioni, più 37 milioni nel Biotecnopolo: 21 tra nel biennio 2022-23 e 16 nel 2024. Risorse che allo stato attuale sembrerebbero lettera morta.

Il ragionamento investe anche la Fondazione Tls, quinto socio fondatore e braccio armato sul territorio. Quella che nella progettualità presentata sarebbe dovuta essere la base logistica per iniziare a muoversi. Le spetterebbe anche la nomina di un membro del consiglio: altro nodo non sciolto. Pure il presidente Fabrizio Landi, che sull’argomento non si tira mai indietro, ultimamente ha perso le parole.