ISOLA DEL GIGLIO – Suo malgrado è diventato uno dei simboli umani della tragedia del naufragio della Costa Concordia davanti alle acque di Isola del Giglio. Suo fratello Russel, cameriere a bordo della nave, fu una delle 32 vittime.
I resti del suo corpo furono ritrovati mille giorni dopo quel 13 gennaio 2012 con la nave ormai a Genova pronta ad essere smantellata. Ma Kevin Rebello, suo fratello, non ha mai smesso di sperare. Fu tra i primi ad arrivare all’Isola del Giglio con un quadernino e una penna in cui aveva provato a ricostruire tutti gli ultimi spostamenti del fratello all’interno della nave e con i quali si mise a disposizione dei soccorritori per tenere accesa la speranza di riaverlo in vita. Così non è stato, ma Kevin Rebello, persona dall’animo gentile, è entrato fin da subito nel cuore dei gigliesi e degli italiani arrivando a rappresentare, per contrappasso, la faccia buona della tragedia: il bene contrapposto al male.
Cosa ti porti dentro, nel cuore ad undici anni di distanza da quella tragedia?
Undici anni di tragedia. A gennaio, appena finiscono le feste, se così si possono ancora chiamare per me, è il momento dell’anno in cui inizia questa sensazione di tristezza perché si sta avvicinando la data del naufragio. Per me e per le altre 31 altre famiglie con cui ho mantenuto legami forti, inizia un momento che vorremmo dimenticare, il più triste della nostra vita, sicuramente un momento particolare. Undici anni dalla tragedia anche se possono sembrare tanti per me è come se fosse ieri perché quanto accaduto nella mia testa è ancora vivo e fresco.
Cosa pensi ci abbia insegnato come persone e come collettività quanto successo al Giglio il 13 gennaio 2012?
Questa tragedia ci ha avvicinato a tante persone, soprattutto a me verso il popolo gigliese e gli italiani più in generale. Il Giglio per me è sempre nel cuore, è diventato una seconda casa e mi fa sentire molto vicino anche a tutte quelle persone che vanno sull’isola e che hanno un ricordo legato a quella notte o che le collega a quella tragedia. Il naufragio ci ha lasciato un grande valore dal punto di vista dell’umanità: ho imparato che nella vita si incontrano ed esistono anche tante persone brave e buone e non c’è solo il male.
Sei diventato cittadino italiano a tutti gli effetti. Cosa vuol dire per te?
Dopo quasi 24 anni in Italia non è stato un percorso scontato ma mi sento veramente orgoglioso. La prossima volta che andrò al Giglio, lo farò ufficialmente da cittadino italiano.