ROMA – I morti sul lavoro nel 2022 sono stati complessivamente almeno 1.484 (1.404 nel 2021 calcolati con gli stessi parametri) equivalenti a 28 a settimana e 4 al giorno di media.

Lo rivela l’elaborazione del Centro Studi della Cub in base a dati Inail e Osservatorio nazionale morti sul lavoro sia di Bologna che di Mestre.

Maglia nera è la Lombardia (225 morti), seguita da Veneto (135), Campania (125), Emilia-Romagna (112), Piemonte (110), Lazio (110), Sicilia (102), Marche (71), Toscana (71), Calabria (69), Trentino Alto Adige (65), Puglia (64), Sardegna (55), Abruzzo (48), Umbria (34), Liguria (31), Friuli Venezia Giulia (22), Basilicata (21) e, infine Valle d’Aosta (7) e Molise (7).

I deceduti direttamente sul luogo di lavoro sono 665, mentre sono 819 quelli che hanno perso la vita in viaggio (dovuto alla professione, per esempio gli autotrasportatori) o andando o tornando dal luogo di impiego.

Le categorie maggiormente falcidiate sono l’agricoltura, l’autotrasporto e l’edilizia che superano insieme la metà degli  infortuni mortali. Il dato sugli stranieri morti – 95 – è equivalente a quasi il 6,6% del totale: fra loro “molti lavoravano in maniera irregolare o in nero”.