PRATO – Hanno una laurea in tasca e guardano con interesse alle nuove tecnologie da impiegare in campo agricolo, possibilmente cercando di fare squadra.

L’identikit degli imprenditori under 40 è stato tracciato da Coldiretti Toscana, in base all’ultimo censimento Istat 2020. “I giovani imprenditori sono più formati, conducono aziende mediamente più grandi, più ottimisti, più integrati ed hanno una maggiore propensione ad investire rispetto ai colleghi con una età superiore a 40 anni – ha affermato Francesca Lombardi, delegata Giovani impresa Coldiretti Toscana –. La multifunzionalità è una delle caratteristiche delle imprese giovanili. Nella nostra regione, questa attitudine, spicca più che altrove a dimostrazione della capacità di sapere raccogliere le opportunità che arrivano dal mercato, di sapere adattarsi a nuove sfide e diversificare le attività”.

Per quanto riguarda l’analisi dettagliata del rapporto, sono 4.336 le aziende agricole con a capo un giovane imprenditore con una età fino a 40 anni (9%) che coltivano 75.395 di ettari (13,4%), nel 53% dei casi in affitto, per una superficie media di 11,8 ettari. La Toscana è la seconda regione italiana (dietro l’Umbria) con la maggior quota di aziende agricole guidate da giovani imprenditori con una età fino a 40 anni laureati o diplomato, il 25,9% contro il 12,4% dei capoazienda con età superiore a 40 anni, e di cui solo l’8% laureato o diplomato in agraria, e la seconda (dietro la provincia di Bolzano) con la maggior quota di aziende con almeno un’attività connessa (28,4%): su 1.230 aziende multifunzionali con capoazienda fino a 40 anni 808 sono specializzate nell’ospitalità agrituristica, 168 nelle attività conto terzi, 108 producono energia solare, 91 trasformano prodotti vegetali, 46 svolgono attività di fattoria didattica e 38 di agricoltura sociale.

In un caso su due (52%) le aziende sono condotte da meno di 10 anni ed in un caso su tre (33%) si tratta di aziende nuove, start-up vere e proprie, il cui capitale fondiario non proviene da famigliari o parenti. Nel 46% dei casi il ricambio generazionale avviene invece attraverso il passaggio dei terreni dai famigliari, nel 6% dai parenti e nel 10% da terzi.

“Tra i dati che emergono – hanno evidenziato da Coldiretti – è l’attitudine, delle imprese agricole toscane, a fare almeno un investimento innovativo nel triennio 2018-2020: il 32% contro il 12,4% delle imprese con capoazienda over 40. Nella più delle metà dei casi si tratta di investimenti sulla meccanizzazione poi impianto e semina, concimazione del suolo, lotta fitosanitaria e marketing. 745 sono le aziende biologiche su uno stock di 4.336, 81 gli allevamenti bio. Il 60% è associata ad organizzazioni di produttori o ad una rete di imprese”.