La tenuta tra Monteroni d'Arbia e Murlo

FIRENZE – Un numero eloquente. Di quelli che farebbe pensare ad altre aree geografiche. Invece, è lo specchio della situazione odierna in Toscana, che con 687 beni confiscati alle mafie, è al nono posto in Italia. I beni immobili sono 529.

“I beni che attualmente abbiamo in gestione sono circa 21 mila ma ne abbiamo destinati altrettanti 20 mila nel corso del tempo. La grandissima parte di questi sono andati agli enti locali. Si tratta sempre di beni complessi che richiedono un grande contributo da parte delle Regioni e non soltanto economico, ma pure nella progettualità e nell’affiancamento dei piccoli comuni”, ha affermato Bruno Corda, direttore dell’Agenzia dei beni confiscati, nel corso del convegno in materia organizzato a Firenze.

Per gestire in maniera efficace un quantitativo così importante è fondamentale accorciare i tempi per la concessione. “Nove anni di media sono davvero troppi, anche se da questo punto di vista sono stati fatti molti passi avanti nel processo di velocizzazione delle procedure – ha sottolineato l’assessore Stefano Ciuoffo -. Sono ormai maturi i tempi per una legge capace di snellire le troppo spesso defatiganti procedure che devono essere seguite e mi auguro si riesca ad approvarla presto”.

Per quanto riguarda il dettaglio territoriale, Grosseto è la provincia che ha sul proprio territorio il maggior numero di beni (80), seguita da Pistoia (62) e da Prato (47), ultima Firenze con 13. Sono 68 su 273 i Comuni toscani che hanno sul proprio territorio beni sottratti alla criminalità. In pratica i beni sequestrati alle mafie sono presenti in un comune su quattro.

Il quadro attuale, oltre che una legge, richiede anche risorse. Tema evidenziato dal presidente regionale Eugenio Giani: “Con l’assessore Ciuoffo la Regione Toscana sta portando avanti un impegno che si traduce in risorse per 5 milioni di euro per investimenti da fare per rendere di utilità sociale i beni confiscati”.