SIENA – Sir Antonio Pappano direttore e Lisa Batiashvili violinista solista con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia inaugurano, venerdì 18 novembre, alle 21, al Teatro dei Rinnovati, la Stagione di Concerti ‘Micat In Vertice’ n.100.
Un grande evento specchio di una ricorrenza che regala prestigio e promozione a Siena e al grande panorama musicale, come la celebrazione del centenario della importante stagione dell’Accademia Musicale Chigiana. Un compleanno festeggiato con un lungo cartellone di eventi. Si apre con tre straordinari appuntamenti. Dopo il concerto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Sir Antonio Pappano, con ospite nella prima parte la violinista georgiana Lisa Batiashvili, introdotto da una guida all’ascolto di Nicola Sani, lunedì 22 novembre, alle 21, al Teatro dei Rozzi, nella ricorrenza di Santa Cecilia, concerto dell’Ensemble Europa Galante guidato dal violinista e direttore Fabio Biondi; venerdì 25 novembre, alle 21, al Teatro dei Rozzi, protagonista il Trio Montrose: il violoncello solista Clive Greensmith, già violoncellista principale della London’s Royal Philharmonic Orchestra e membro dello storico Tokyo String Quartet, è docente di Quartetto d’archi e musica da camera dall’Accademia Chigiana.
Il concerto d’apertura della settimana inaugurale della stagione n. 100 vede il ritorno a Siena e alla Chigiana, dopo il grande successo del concerto in Piazza del Campo nell’estate 2021, di una tra le più prestigiose e affermate compagini sinfoniche del mondo, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con la direzione di Sir Antonio Pappano. Il programma musicale comprende pagine sinfoniche tra le più amate dal pubblico: il Concerto per violino in re maggiore op.61 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n.2 in do maggiore op.61 di Robert Schumann. Lisa Batiashvili, Premio Chigiana nel 2009, virtuosa tra le più acclamate a livello mondiale, suona un violino Giuseppe Guarneri ‘del Gesù’ del 1739. Il concerto sarà introdotto da una guida all’ascolto a cura di Nicola Sani.
Il 22 novembre, sul palco del Teatro dei Rozzi, l’Ensemble Europa Galante con la direzione di Fabio Biondi, violino solista, riferimento assoluto nell’interpretazione del repertorio barocco, vincitori con l’Accademia Chigiana del Premio Abbiati nel 2009. Il programma del concerto rende omaggio ad Antonio Vivaldi, alla cui riscoperta in epoca moderna sono legate le origini dell’Accademia Chigiana. Il programma spazia da Le Quattro Stagioni ad altri capolavori del grande compositore veneziano.
Il 25 novembre il Trio Montrose presenta un programma straordinario: con il celebre Trio n. 2 di Felix Mendelssohn-Bartholdy, l’interessante proposta del Trio per archi e pianoforte op.24 di Weinberg, compositore oggi al centro dell’attenzione e oggetto di una vera e propria riscoperta.
«L’inaugurazione della 100a edizione della Micat In Vertice, una delle stagioni di concerti più antiche d’Italia – dice Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia Musicale Chigiana -, rappresenta l’occasione per celebrare un anniversario di grande importanza per il mondo della musica elevando il valore dell’iniziativa del Conte Guido Chigi Saracini. La sua passione per la grande musica ha contribuito a cambiare il corso della storia musicale italiana nel Invitando i grandi protagonisti della musica del XX secolo quali Arthur Rubinstein, Alfred Cortot, Paul Hindemith, Sergej Prokof’ev, Vladimir Horowitz, Andrés Segovia, David Ojstrakh, Pablo Casals, Arturo Benedetti Michelangeli, Svjatoslav Richter e moltissimi altri a esibirsi nel nuovo contesto concertistico, il Conte Chigi cento anni fa ha dato vita a un’Istituzione di eccellenza mondiale per la grande musica strumentale, cameristica, sinfonica e corale e per la rappresentazione di titoli d’opera di rara esecuzione. Con il suo grande progetto, consolidatosi successivamente con la creazione dell’Accademia Chigiana, ha proiettato Siena nel novero delle più prestigiose capitali internazionali della musica».
Dal passato al presente: quello di un’Istituzione che ha saputo valorizzare la sua esperienza confermandosi, grazie ai nuovi protagonisti, un’eccellenza del panorama musicale mondiale.
«I concerti della settimana inaugurale intensificano il rapporto della Chigiana con formazioni acclamate in tutto il mondo – continua Sani -. L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che ritorna a Siena a un anno dal concerto in Piazza del Campo, con la direzione di Sir Antonio Pappano e con una solista brillante e coraggiosa come la violinista Lisa Batiashivili. Poi, Europa Galante diretta da Fabio Biondi: con la Chigiana, ha lasciato un segno tangibile a favore della valorizzazione della musica di Vivaldi. Ed ancora, il Trio Montrose, considerato oggi unanimemente una delle migliori compagini cameristiche internazionali. Saranno ospiti dei successivi concerti altri massimi interpreti ed autori del nostro tempo quali Mischa Maisky, Angela Hewitt, Gidon Kremer, Gil Shaham, Sol Gabetta, il Quartetto Hagen, Matthias Goerne, Francesca Dego e molti altri, profondamente legati alla storia dell’Accademia. Il programma si completa con i giovani talenti, formati nelle ultime edizioni dei corsi estivi di alto perfezionamento della Chigiana. Il nostro invito è rivolto principalmente ai giovani e agli studenti: offriamo loro la possibilità di incontrare a condizioni favorevoli i più grandi protagonisti della musica classica di oggi. Con le celebrazioni del centesimo anniversario della sua Micat in Vertice, l’Accademia Chigiana si conferma un riferimento assoluto a livello mondiale per gli appassionati della grande musica, depositaria di una formula unica che con straordinario successo unisce l’alta formazione musicale al grande spettacolo dal vivo».
Scritto per il violinista Franz Clement, primo interprete del brano al Theater an der Wien il 23 dicembre 1806, il Concerto per violino in re maggiore esalta il lato lirico e intimo della personalità di Ludwig van Beethoven. Composto di getto nel dicembre del 1806, il concerto rappresentava forse un ringraziamento per il buon lavoro dell’orchestra guidata dallo stimato violinista austriaco in occasione dei primi allestimenti del Fidelio, pochi mesi prima. E forse l’unico esito positivo della deludente esperienza d’ingresso del compositore nel mondo del teatro d’opera. La scrittura della parte solistica del Concerto, soprattutto nel primo movimento, rivela un ampio debito con la scuola francese, dominata all’epoca dal violinista e compositore Giovanni Battista Viotti. Da questa deriva il suo carattere lirico e cantabile, mutuato dal teatro d’opera, che Beethoven sposa con gli influssi della musica militare, di moda in Francia già prima della Rivoluzione, diffusa in Europa al seguito delle armate di Napoleone. Ma a differenza dei francesi, Beethoven mette l’orchestra in primo piano accanto al solista, in un continuo scambio e confronto reciproco. Gli altri due movimenti, invece, hanno caratteristiche più originali: il Larghetto, dalla forma ambigua, simile alla variazione e alla ciaccona, esprime la sua natura lirica nella maniera più limpida, quasi senza allontanarsi dalla tonalità di sol maggiore. Il movimento termina con un improvviso impeto drammatico degli archi: introduce la cadenza solistica di collegamento con il Rondo finale, classico e danzante, con un tema in 6/8 di carattere pastorale. Nel finale, Beethoven introduce per il solista dei passaggi virtuosistici a corde doppie, anche se il virtuosismo non è mai l’obiettivo principale del lavoro. Una conferma indiretta del suo peculiare legame con Fidelio appare, oltre che nei riferimenti agli stilemi militareschi, forse anche nelle dediche. Beethoven compone il Concerto all’amico d’infanzia Stephan von Breuning, coinvolto nella stesura del libretto di Fidelio, di cui revisionò il testo originario di Joseph Sonnleithner. Due anni dopo, Beethoven trascrisse per pianoforte la parte solistica del Concerto, aggiungendo un’interessante cadenza del pianoforte con timpani obbligati, dedicandola, come regalo di nozze, alla giovane moglie di Breuning, Julie von Vering, figlia del medico militare Gerhard von Vering. Cioè, la doppia dedica indica come anche il Concerto per violino celebri la virtù coniugale, ma, a differenza di Fidelio, non attraverso l’eroismo e la lotta alla tirannia, ma con il pudore dei sentimenti e il trionfo dell’amore.
La partitura della Sinfonia n. 2 in do maggiore di Robert Schumann si apre con un movimento eroico, attraversato da un’inesausta inquietudine. Precede l’Allegro ma non troppo, l’Introduzione lenta (Sostenuto assai), in cui il disegno solenne e ispirato degli archi è punteggiato da interventi degli ottoni e dalla loro profondità spaziale. Un incipit emblematico: quello che inizialmente appare come un sereno e calmo flusso melodico rivela, di battuta in battuta, una Sehnsucht sempre più marcata, l’impressione di cercare di afferrare qualcosa che continuamente sfugge. Questa tensione verso l’inafferrabile percorre l’intera Sinfonia, nonostante le differenze di umore fra i vari movimenti. Il passaggio dall’Introduzione al tempo rapido avviene improvvisamente: senza sapere come, ci ritroviamo nel nuovo tempo, con un trapasso che non prevede netta separazione. Sono state sottolineate le somiglianze con l’Eroica di Beethoven, ma il flusso musicale di Schumann è più rabdomantico: rintracciarvi una logica serrata sarebbe inutile; procede per iterazioni ossessive, digressioni, improvvisi squarci lirici. La Sinfonia prosegue con uno sferzante e compatto Scherzo, caratterizzato da funambolici disegni dei violini, a cui si oppone un Trio I più capriccioso, con teatralissimi dialoghi fra fiati e archi, e un Trio II dalle sonorità più dolci e morbide. L’Adagio è struggente ed estatico: il canto sommesso e appassionato, delineato dagli archi e dall’oboe solista, richiama per i suoi sospiranti salti discendenti quello di un’altra pagina sublime, l’Andante Cantabile del Quartetto con pianoforte op. 47. In opposizione estrema, come passando dal lunare Eusebio all’estroverso Florestano, segue il trionfale finale: presenta nella parte conclusiva una citazione da An die ferne Geliebte di Beethoven.
Biglietti in vendita sul sito dell’Accademia e sulla piattaforma TicketOne.it. Sono previste agevolazioni.
Le attività dell’Accademia Chigiana sono rese possibili grazie al sostegno determinante della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e al contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Toscana, Opera della Metropolitana e Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino. Contribuiscono altri partner (www.chigiana.org).