SIENA – Mancava solo l’Antitrust ad agitare le acque attorno a Mps. Secondo quanto riportato dal Financial Times, “i funzionari di Bruxelles temono che la raccolta fondi da 2,5 miliardi di euro possa costituire un aiuto di Stato illegale”.

L’autorità europea, per il quotidiano britannico, si sarebbe poi soffermata sulla maxi-commissione da 125 milioni, che le banche del consorzio di garanzia riceveranno per l’operazione. “Gli investitori internazionali affermano che tale commissione è eccezionale e ‘fuori mercato’”. E ancora: “Secondo le norme dell’Ue, lo Stato può partecipare solo se tutti gli investitori, pubblici e privati, sono soggetti alle stesse condizioni”.

A questo proposito, nell’articolo, citando un funzionario comunitario rimasto anonimo, ci si chiede “se a una qualsiasi delle parti che sostengono l’emissione di diritti sia stato offerto un trattamento più vantaggioso rispetto ai contribuenti italiani che non ricevono alcuna offerta di riduzione del rischio o altri incentivi”.

Dalla Commissione non sono arrivati commenti in merito, ma Arianna Podestà, portavoce Ue responsabile per la Concorrenza, ha ricordato: “In generale spetta allo Stato membro valutare se una misura specifica comporti un aiuto di Stato”, ricordando che se una misura costituisce aiuto di Stato deve essere notificata dal Paese a Bruxelles “per la valutazione” prima che qualsiasi aiuto sia concesso ai beneficiari “a meno che non sia coperta da esenzioni per categoria”.

In merito alla ricapitalizzazione di 2,5 miliardi, il fronte delle Fondazioni bancarie interpellate per fornire un contributo, si muove in ordine sparso. Se Cariplo è entrata in campo con 10 milioni, Mario Cera, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, ha spiegato di “non aver alcuna ipotesi” di sottoscrizione. Un “no comment” è arrivato da Fondazione Cariverona.

Non ha preso posizione in merito Carlo Cimbri, presidente di Unipol, ma ha evidenziato che “è di interesse collettivo che questa operazione vada in porto e vada in porto bene”. A quel punto, “se come auspico, l’aumento di capitale si concluderà positivamente, comincerà una nuova storia per Monte dei Paschi”.

Una pagina che non dovrebbe vedere tra i protagonisti Unicredit. L’ad Andrea Orcel ha negato per l’ennesima volta un possibile coinvolgimento dell’istituto di piazza Gae Aulenti in un operazione di M&A. “La priorità in cui si concentra l’intera organizzazione è l’esecuzione del piano”, ha detto il banchiere. “Per il momento stiamo generando più valore di qualsiasi acquisizione che potremmo fare – ha poi aggiunto -. Non ci lasceremo trascinare in acquisizioni che non raggiungono i nostri obiettivi”.