SIENA – Cari lettori, non vogliamo passare da martiri della libertà di informazione, ma una riflessione con voi che ci seguite da anni, su quanto sta accadendo alla nostra testata in questi ultimi giorni la vogliamo fare.

Accade, e con buona probabilità ve ne sarete accorti anche voi, che la nostra pagina Facebook da qualche giorno, è stata completamente oscurata nella condivisione dei contenuti.

Tutti i contenuti postati in tutti questi anni di informazione libera sono stati improvvisamente oscurati dal Social e nessuno di voi e nessuno di noi può più condividere, al momento, notizie provenienti dalla nostra testata sul suo profilo perché considerati spam, offensivi o che violano le regole della comunità di Facebook.

Tralasciamo i motivi, al momento ignoti – attacco alla nostra testata (?), algoritmo impazzito – che hanno portato ad oscurare le nostre notizie. Ma ciò che sta accadendo assume una gravità assoluta se consideriamo che il più grande social al mondo si possa permettere, arbitrariamente e senza peraltro rispondere per ciò che fa alla legge, di limitare la libertà di informazione di una libera testata e la libertà dei cittadini ad essere informati sanciti dall’articolo 21 della Costituzione italiana e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.

E badate bene cari lettori. Non ne stiamo facendo una questione di click in più o meno. In un mondo dove la fake news corrono velocemente sulla rete, dove il confine tra informazione e propaganda non è più identificabile, tappare la bocca e oscurare i contenuti di una testata giornalistica, senza in alcun modo risponderne e senza che nessuno sia in grado di spiegarne i motivi, è quanto di più grave possa accadere perché è un attacco vero e proprio alla democrazia dei Paesi.

La domanda viene spontanea: sarebbe una testata giornalistica a violare i contenuti della comunità di Facebook (di quale comunità verrebbe a questo punto da chiedersi?). O è il social che ogni giorno consente alle persone di esprimere violenza verbale, fake news, menzogne, di alzare il livello dello scontro sociale e dell’odio tra le persone a dover rivedere il senso del modello che propone? Su questo e sulla deriva a cui tutto questo può portare, vi invitiamo a riflettere seriamente.

Noi, da parte nostra, continueremo a fare ciò che tutti i giorni proviamo a fare dal 2006, con onestà intellettuale e professionalità: fare informazione sulla Toscana e sui territori. A voi chiediamo di continuare a leggerci e se potrete, di riflettere sul significato profondo di quanto stia accadendo alle nostre società. Ai nostri colleghi e al mondo dell’informazione chiediamo solidarietà, perché oggi è toccato noi, domani potrà toccare a chiunque altro.

W la libertà di informazione.