SIENA – Lunedì prossimo sarà uno degli studiosi chiamati a intervenire al convegno sul rigassificatore.

Un parere contrario il suo, perché per Rossano Pazzagli, storico e docente all’università del Molise, il territorio di Piombino non può continuare a essere sacrificato.

Professore, come mai è contrario al rigassificatore a Piombino?
“Voglio premettere che io non credo che questa sia la soluzione per affrontare la crisi energetica. Poi, avrebbe ripercussioni su un’area che ha dato tanto a livello industriale, interrompendo un processo di diversificazione imprenditoriale iniziato di recente”.

Di che cosa si tratta?
“Da quanto è stato chiuso l’ultimo altoforno, nel 2014, sono state gettate le basi per un futuro diverso in campo agricolo, ittico, provando a dare un’immagine diversa di Piombino”.

Diceva che non il rigassificatore non è la soluzione, quindi?
“Il gas è un combustile fossile, destinato a esaurirsi. La priorità però è uscire dalla guerra, perché quella strategia ha tagliato i rapporti con la Russia. Di fatto, abbiamo rinunciato al gas russo per prendere altrove a un prezzo maggiorato”.

Chi sostiene la politica del rigassificatore, evidenzia la mancanza di rischi. Non ha fiducia?
“Le voci tecniche che hanno parlato in proposito per ora, provengono tutte da Snam o dall’ambito governativo. Però, hanno subito avanzato la proposta di compensazioni. A mio avviso questa è una chiara evidenzia del danno che sarebbe arrecato al territorio”.

Non pensa che le compensazioni siano rivolte anche al passato di Piombino?
“No, riguardano il danno derivante da questo impianto. In più le considero un’offesa al territorio, in quanto sarebbero concessioni che l’area avrebbe già dovuto avere. Parlo per esempio delle bonifiche. Promesse sempre disattese. Mi sembra che questo modo di approcciarsi sia tutt’altro democratico. Ecco, questo è il terzo motivo per dire no al rigassificatore”.

Perchè sempre Piombino?
“Le cose peggiori di solito si fanno nei luoghi più deboli. La Toscana non è tutta uguale. C’è quella di Firenze e poi una del sud. La Regione, e in particolare il suo presidente, anche se non è l’attore protagonista, ha un elevato grado di responsabilità. Non sta difendendo il suo territorio”.

Il sindaco di Piombino è con le spalle al muro. Come giudica la sua posizione?
“Sta interpretando il sentimento di una città e di una comunità. Non c’entra la sindrome nimby, perché nell’ultima manifestazione è stata ribadita la contrarietà al rigassificatore a Piombino e in ogni altro luogo”.

Draghi passerà tra poche settimane. Sarà il nuovo governo a decidere Questa vicenda come si concluderà?
“Adesso è difficile capirlo, perché in campagna elettorale nessuno dici la verità. Non so così convinto che Draghi passerà”.