MONTEPULCIANO – La Compagnia Popolare del Bruscello è pronta per tornare in Piazza Grande a Montepulciano per l’edizione numero 83 del Bruscello Poliziano. Tutte le sere, dal 12 al 15 agosto 2022, con partenza alle ore 21:30, l’appuntamento si rinnova sul sagrato del Duomo per quattro repliche dello spettacolo “Decamerone”, con la partecipazione di oltre cento bruscellanti tra solisti e coro, corpo di ballo e orchestra.

Come già annunciato negli scorsi mesi, la decisione della compagnia popolare è stata quella di riproporre il “Decamerone”, con gli opportuni aggiornamenti: il Bruscello del 2015 ispirato alla famosa opera di Boccaccio, e che fu ridotto a soltanto due serate di repliche per via del maltempo.

Le autrici del libretto sono Irene Tofanini e Chiara Protasi, mentre la direzione musicale è affidata ad Alessio Tiezzi e la regia a Stefano Bernardini. Il corpo di ballo Ecole de Ballet diretto da Maria Stella Poggioni tornerà a valorizzare ulteriormente lo spettacolo del Bruscello, sotto la direzione artistica di Franco Romani.

La storia narra le avventure dei giovani novellatori del Decamerone di Boccaccio che diventano i diretti protagonisti di alcune delle loro novelle. I ragazzi decidono di fuggire da Firenze per allontanarsi dalla peste e per aiutare Pampinea a sfuggire dal suo matrimonio combinato con il mercante Erminio de Grimaldi. Decidono di dividersi in due gruppi: tre ragazzi e sette ragazzi ma, senza conoscere le destinazioni reciproche, si ritrovano nel convento delle monache di Fiesole. Lì, le ragazze vengono travestite da suore, mentre i giovani, seguendo il consiglio di Fra Cipolla, si fingono muti e vengono accolti dalle monache per assolvere alle loro abitudini poco convenzionali. Le ragazze scandalizzate per il comportamento delle suore e arrabbiate con i loro amanti, decidono di vendicarsi. Prima, per provare la loro forza d’animo, li invitano a seguirli nelle stanze della badessa per divertirsi un po’, e poi, sfruttando il travestimento da frate di Fiammetta, li costringono a confessare i giochi amorosi fatti con le monache.

Nonostante tutto, dopo un’accesa discussione giungono di nuovo alla pace e decidono di andar via dal convento. Per la strada verso il palazzo di Pontassieve, vengono catturati dai briganti, ma riescono a fuggire grazie alle ottime doti di danzatrici delle sette fanciulle, che rubano la chiave della prigione e liberano i tre ragazzi. Arrivati finalmente a Palazzo, trovano Fra Cipolla intento nell’insegnare ai propri chierichetti gli imbrogli dei buoni e vecchi frati di campagna, ma sono presto raggiunti anche dai briganti che li minacciano per avere altri soldi. Tuttavia, di fronte all’arguzia di Fra Cipolla, i malfattori si arrendono e decidono di stringere amicizia con la compagnia. E così, dopo aver pronunciato i finti voti di matrimonio, decidono di rimanere tutti nel palazzo cantando, ballando e raccontandosi novelle in attesa che passi la pestilenza.

Il Bruscello affonda le sue radici nelle tradizioni contadine della mezzadria e della Valdichiana. Il nome è riconducibile all’arboscello sotto il quale i Cantastorie raccontavano le gesta di personaggi cari alla memoria delle genti di campagna e dei borghi che ospitavano le feste popolari. A Montepulciano si ha memoria del Bruscello fin dall’800, ma è nel 1939 che la Compagnia Popolare lo rinnova e lo porta dalle campagne al Sagrato della Cattedrale, rendendolo più spettacolare. La scena naturale dei vecchi borghi e campagne si trasforma in grandi castelli e colonnati appositamente costruiti dagli artigiani poliziani. La musica diventa melodia, stornello, serenata: il Bruscello viene dotato di versi in metrica più snelli, accompagnati dall’orchestra. Le storie che vengono rappresentante sono quelle conosciute dal popolo: storie legate ai Reali di Francia e ai drammi dei personaggi raccontati da Dante nella sua Commedia; storie di personaggi della nostra tradizione e leggende, ma anche la farsa, la burla e lo sberleffo trovano presto spazio nel Bruscello Poliziano, drammatizzato e suddiviso in scene ed atti, come nelle grandi opere popolari. Durante gli anni si sono succeduti commedie e drammi, rinnovando una tradizione antica con spirito di divertimento, continuando a sviluppare questa ricchezza culturale della tradizione popolare.