FIRENZE – L’obiettivo deve essere quello di avere piena disponibilità di acqua in tutta la Toscana e per tutte le colture, sia per le coltivazioni ordinarie sia per l’irrigazione di soccorso.

Tanto più che siamo di fronte ad un – 30% del grano raccolto, mais e soia a -50%, aumento dei costi di produzione +170% fertilizzanti e +130% gasolio nell’ultimo anno. I danni all’agricoltura toscana e le problematiche causate dalla siccità stanno aumentando giorno dopo giorno, e la conta delle perdite di produzione è destinata a salire.

E’ quanto sottolinea la Cia Agricoltori Italiani della Toscana che oggi ha incontrato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, con una delegazione formata dal presidente regionale Valentino Berni, dal vicepresidente Claudio Capecchi e dal direttore regionale Giordano Pascucci.

Apprezzamento, intanto, da parte di Cia Toscana e “disponibilità a partecipare in modo propositivo” al Tavolo tecnico per la semplificazione delle procedure per laghetti e invasi annunciato oggi dalla Regione Toscana.

“Sul fronte dei danni economici, in continuo divenire e aggiornamento – sottolinea il presidente Cia Toscana Valentino Berni -, si calcola che potrebbero superare le diverse centinaia di milioni di euro per la Toscana, oltre il miliardo di euro a livello nazionale, considerando che nel solo bacino del Po è a rischio il 50% della produzione agricola. Considerate l’insieme delle difficoltà e le drammatiche conseguenze per effetto della crisi evidenziate si segnala l’urgenza per l’adozione di provvedimenti immediati, adeguati ed efficaci”.

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Le cause della grave crisi idrica sono imputabili alle precipitazioni sotto la media anche del 70% (anche 110 giorni di siccità assoluta in alcuni areali) e ad un inverno con scarse precipitazioni soprattutto nevose.

A preoccupare è la riduzione delle rese produttive, a partire dalle coltivazioni in campo. “Oltre a grano, mais e soia – aggiunge il vicepresidente Cia Toscana Claudio Capecchi – anche le produzioni più tradizionali della nostra regione, oltre le produzioni frutticole e orticole, quali l’olivicoltura e la vitivinicoltura manifestano riduzioni consistenti di produzione. Particolarmente drammatica è la situazione del comparto zootecnico”.

Per Cia Toscana – come evidenziato al governatore Giani – si rendono urgenti interventi adeguati ed efficaci, in particolare: l’immediata dichiarazione dello stato di emergenza da parte della Regione Toscana ed il tempestivo riconoscimento da parte del Governo nazionale al fine di adottare provvedimenti tempestivi e coordinati a livello territoriale.

Quindi l’avvio delle procedure previste, per l’agricoltura, in caso di calamità naturali o eccezionali avversità atmosferiche e necessarie per garantire alle imprese l’accesso alle provvidenze e l’attivazione delle misure di aiuto di prevenzione e compensazione.

“Inoltre è necessaria la definizione di un decreto legge ad hoc sulla gestione dell’emergenza idrica – sottolinea Berni – che non si limiti ai pur importanti aspetti procedurali e ordinamentali ma che, al tempo stesso, includa al suo interno risorse finanziarie e misure adeguate ed efficaci per fronteggiare la siccità in agricoltura”. Ma anche la progettazione di opere di interesse collettivo per coprire le esigenze di “Area Vasta” quali nuovi invasi, reti di adduzione e di distribuzione. “Fondamentale – aggiunge Capecchi – il recupero dei laghetti privati aziendali, interaziendali o consorziati, prevalentemente nelle aree collinari e montane”.

Senza dimenticare – ha sottolineato la Cia Toscana – la semplificazione delle procedure per l’ottenimento delle autorizzazioni per nuovi invasi o laghetti e per il ripristino e recupero di quelli esistenti consentendo lo smaltimento del materiale di risulta all’interno delle aree di pertinenza degli stessi o delle imprese agricole alleggerendo e superando in parte i vincoli paesaggistici ed ambientali.

La predisposizione e l’avvio di un progetto infrastrutturale di piccoli invasi-laghetti attuabile con tempistiche certe e con procedure amministrative semplificate rispetto a quanto previsto dall’attuale architettura del PNRR.

Non deve mancare la ristrutturazione immediata della rete di canali e della rete idrica pubblica esistente favorendo quegli investimenti necessari a ridurre gli sprechi di risorsa idrica; la messa in sicurezza e salvaguardia delle produzioni, nelle aree adiacenti gli alvei di fiumi, torrenti e canali al fine di evitare danni da alluvioni e esondazioni già ampiamente segnalate e note ad Enti, Consorzi di Bonifica e Regione Toscana.

Quindi il pieno e tempestivo utilizzo del Fondo di Rotazione messo a disposizione della Regione Toscana per la definizione delle progettualità da presentare da parte dei Consorzi di Bonifica sul PNNR. E poi l’aumento delle risorse della Sottomisura 4.1.4 del Psr per lo scorrimento e completamento della graduatoria, l’apertura di un nuovo Bando con un’adeguata dotazione finanziaria e l’implementazione delle opere a finanziamento da parte delle aziende agricole.

Infine – conclude la Cia Toscana – è necessario rivedere le modalità di definizione dello stato di calamità, semplificare la procedura di segnalazione e richiesta danni utilizzando i costi standard. Oltre ad una valutazione attenta della revisione dei Piani di classifica irrigua da parte dei Consorzi di Bonifica (evitare di aumentare la contribuzione a fronte della diminuzione della disponibilità di acqua per l’irrigazione).