SIENA – “Se tutto andrà come deve, credo che il problema del Montepaschi potrà essere in avanzata fase di risoluzione a quel punto”.

Luigi Lovaglio non ha mai avuto dubbi. La soluzione delle vicissitudini di Rocca Salimbeni, o di gran parte di esse, passa dall’aumento di capitale da 2,5 miliardi. Lo diceva il 23 giugno e lo ha ribadito oggi nell’intervista rilasciata all’inserto L’Economia del Corriere della Sera. A proposito dell’operazione, l’amministratore delegato aggiunge: “Cambierà volto alla banca, snellendola e mettendo Mps in una situazione di maggiore stabilità, anche in previsione di situazioni macro sfidanti”. Il futuro che potrebbe fa rima con mercato, anche se il banchiere preferisce per il momento non aprire la porta: “Mps nel 2024 punta a fare 700 milioni di utile prima delle tasse. Se poi utilizziamo una piccola parte dei crediti fiscali esistenti, le Dta, arriviamo facilmente al miliardo di utile. Per cui…”.

Una parte dell’aumento, “circa 800 milioni”, servono a coprire le 3.500 uscite, attraverso il Fondo di solidarietà: “Abbiamo già aperto un confronto con i sindacati. E attraverso questa manovra, la banca migliorerà decisamente la sua struttura”. Manovra che secondo Lovaglio dovrebbe portare la banca nel 2024 a 700 milioni di utile lordo: “Ci arriveremo dopo un buon 2023, che inizierà, il primo gennaio, con 270 milioni di costi in meno per il personale una volta attivato il Fondo di solidarietà”. Un aiuto lo offrirà anche la chiusura delle filiali, 150 quelle previste: “Noi partiamo da un presupposto: vanno chiuse le filiali che non sono redditizie, non si tratta di scelte fatte a priori per risparmiare sui costi. Andranno considerate anche le valenze sociali e strategiche delle singole filiali. Comunque l’attenzione ai clienti sarà sempre prevalente”.

L’amministratore ha voluto mandare anche un messaggio a Siena, città dove ha scelto di vivere in questo periodo: “Ho voluto sentire tutti, capire, per poter agire al meglio. Siena è centrale per la banca. La presentazione del piano è stata fatta a Siena proprio perché dalle radici della banca vogliamo ripartire. Fin qui è stato un periodo intenso, e avverto chiaramente il senso dell’urgenza”.

Infine, quando il suo piano viene accostato a quello del suo predecessore, Guido Bastianini, Lovaglio afferma: “Se guardiamo agli indirizzi dei piani del sistema bancario è facile trovare punti in comune. Quello che può fare la differenza è il modo e la capacità di far accadere le cose”. Già, una differenza non di poco conto.