FIRENZE – Dai numeri viene difficile vedere il bicchiere mezzo pieno. Certo, c’è sempre un più davanti al Pil toscano, ma nei primi mesi dell’anno questo margine si è ridotto.
Le stime per il 2022 parlavano di una crescita di quasi il 5%. Arrivati però a metà questa cifra si è dimezzata. A ciò si aggiunge l’inflazione salita all’8%. Su questi dati influiscono due fattori: la guerra in Ucraina e l’aumento vertiginoso dei prezzi della materie prime. “Nel quadro attuale – ha affermato l’assessore Monia Monni, ascoltata in audizione dalla commissione Sviluppo economico –, ciascuna impresa toscana spenderà in media 25mila euro in più alla fine dell’anno, spesa che per il manifatturiero si prevede fino a 55mila euro annui. Per il sistema economico toscano si tratta di un aggravio spaventoso: circa 8miliardi, se i prezzi resteranno inalterati tutto l’anno, ma comunque almeno 4miliardi di euro, anche nella prospettiva migliore di un ritorno ai valori del 2019”.
La parola d’ordine diventa quindi sostenibilità. Una delle soluzioni è l’istituzione dell’osservatorio dell’energia. La Toscana, in questa prospettiva, può fare leva sulla geotermia: già adesso capace di fornire un terzo della fabbisogno energetico regionale. “C’è la prospettiva di raddoppiare la produzione energetica da fonti rinnovabili, passando dai 2mila 400 megawatt attuali per arrivare almeno a 4mila 800 megawatt di potenza installata – ha aggiunto Monni -. La capacità della nostra Regione di raggiungere l’obiettivo in tempi rapidi passa da una risposta sistemica che si fondi sulla crescita di tutte le rinnovabili, ma che punti con forza sulla geotermia, per noi la più sicura”.
Accanto alla geotermia, la Toscana prevede fotovoltaico ed eolico. “Ci siamo orientati verso una ben delineata quantità di parchi eolici. L’alta producibilità permette di raggiungere contributi sostanziali alla produzione elettrica”, ha dichiarato l’assessore, che poi si è soffermata sull’autorizzazione all’impianto di Giogo (Vicchio e Dicomano i comuni coinvolti) “che consentirà la riduzione dell’emissione di Co2 per circa 40mila tonnellate l’anno, con sette aerogeneratori. C’è parere negativo della soprintendenza sulla strada di cantiere, e quindi l’autorizzazione è sospesa”. Poi le procedure aperte per il rilascio dell’autorizzazione agli impianti di Badia Tedalda, Pieve Santo Stefano, Fiorenzuola, Zeri e Castelnuovo Val di Cecina. “Altri progetti off-shore dei quali si parla in questo periodo non sono in fase autorizzativa”, ha chiarito Monni.
Quanto al fotovoltaico, “vogliamo evitare grandi concentrazioni in aree agricole e distribuire il più possibile le installazioni. Le procedure di rilascio attualmente in corso sono su Bibbiena, Grosseto, Guasticce, Piombino, Sinalunga, Livorno e Manciano (su quest’ultima c’è parere contrario della Regione). “La richiesta sta aumentando in modo esponenziale, basti ricordare che dal 2017 al 2021, la Regione ha rilasciato solo 4 autorizzazioni – ha concluso l’assessore –, di qui l’urgenza di individuare le aree idonee, attraverso le linee guida del Governo, che stiamo aspettando”.