ROMA – Nove anni dopo la mano che ha bloccato l’utenza di David Rossi, è ancora sconosciuta. Nonostante il lavoro della commissione d’inchiesta e le testimonianze delle varie persone ascoltate, non sono stati passi avanti su questo dettaglio.
E sarebbe incerta anche la collocazione di questo gesto se non fosse per un dichiarazione rilasciata molto tempo fa all’autorità inquirente da Stefano Pieri, tecnico informatico presso Banca Mps. Non ha aiutato neppure il passaggio di fronte all’organismo parlamentare di Fabrizio Leandri, già responsabile dell’area di revisione interna di Montepaschi e tuttora dipendente dello stesso istituto di credito. Il giorno successivo alla morte di Rossi, il dirigente si occupò di fare da tramite tra gli inquirenti e il personale incaricato di estrapolare informazioni dai supporti informatici e telefonici nella disponibilità del manager. Tecnicamente quindi non operò direttamente, ma si limitò a riportare le direttive di magistrati e polizia postale.
Su quei frangenti, circa un mese fa, era ruotata anche l’audizione di Marco Bernardini, responsabile dei servizi informatici, che si era espresso in questi termini: “La disabilitazione dell’utenza del pc fisso di David Rossi avvenne nella prima mattina del 7 marzo 2013. Il 6 marzo quando David Rossi morì non era bloccata. Fu richiesto di bloccarla verso le 10 del mattino del giorno dopo la morte, se uno avesse saputo la password il 6 marzo avrebbe potuto accedere”. Leandri non ha saputo inquadrare con altrettanta precisione quello che avvenne, lasciando la porta aperta agli interrogativi.
Prima del dirigente era stato ascoltato Massimo Steiner, oggi in pensione ma al tempo responsabile del servizio di data channels. La mattina del 7 marzo si trattenne per meno di un’ora nell’ufficio di Rossi e come ha spiegato ai commissari, “ho supportato Bernardini per quanto riguarda gli apparati di comunicazione e della gestione dati”.
Intanto l’Ufficio di presidenza ha stilato le prossime audizioni. Giovedì 19 maggio saranno ascoltati l’ex responsabile direzione risorse umane e comunicazione interna di Mps, Ilaria Maria Dalla Riva, l’agente della polizia postale di Siena, Michele Mencarelli, e il manutentore presso il Monte dei Paschi di Siena, Paolo Zotto. La commissione ha chiesto inoltre di acquisire gli atti in merito al processo sui festini privati a Monteriggioni (Siena), che ha visto un imprenditore condannato per favoreggiamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti.