presidente di Piccola industria

PISA – Confindustria sul gas vuole vederci chiaro. “Abbiamo chiesto al Governo un’operazione trasparenza sul vero costo di approvvigionamento del gas naturale e un tetto sul prezzo, assieme a politiche strutturali e congiunturali”, ha affermato Giovanni Baroni, presidente della Piccola industria dell’associazione delle industriali.

Per il dirigente, che ha partecipato stamani all’assemblea a Pisa, “la situazione attuale è il risultato della mancanza di una politica strutturale, per esempio sui temi energetici”. Baroni ha quindi formulato una richiesta per dare un sostegno agli imprenditori: “Vogliamo una politica strutturale che elimini i cavilli per esempio sulle rinnovabili. E vogliamo anche provvedimenti di carattere congiunturale, perché le bollette vanno pagate, qualcuno le deve pagare e oggi sono diventate insostenibili”. Da qui l’idea di “applicare un tetto sul prezzo del gas naturale in Italia facendo una operazione trasparenza, cioè cercando di capire quale sia il vero costo di approvvigionamento del gas naturale segue di l’esempio di altri Paesi come Spagna e Portogallo, che lo hanno fatto in questa settimana, la Francia, che lo ha deciso oltre un mese fa, e la Germania che ha stanziato 100 miliardi di euro per aiutare le imprese in questo difficile momento”.

C’è poi un altro intervento suggerito da Baroni al premier Draghi: “Ora i prezzi aumenteranno in modo inevitabile e con una diminuzione del potere d’acquisto dei salari: ecco perché abbiamo chiesto un taglio del cuneo fiscale che possa mitigare un eventuale declino dei consumi che, nel 2021, sembravano in visione positiva. Ma anche su questo aspetto vedo che si preferiscono i dibattiti e i talk show principalmente finalizzati al consenso elettorale”.

Condizione che per il presidente della Piccola industria è destinare ad avere un finale scontato: “Questa situazione incide anche su una perdita di competitività sui mercati internazionali, visto che l’attuale situazione sull’energia è squisitamente europea e comunque in un aumento dei prodotti finali che temiamo possa avere un effetto di depressione sui consumi”.