PESCIA – Due milioni di euro. A tanto ammonta il finanziamento straordinario che la giunta regionale toscana ha deliberato per sostenere l’adeguamento strutturale dell’edificio che ospita il Mercato dei fiori di Pescia, uno dei mercati all’ingrosso attivi più grandi d’Italia ma anche un’opera ingegneristica che figura tra le costruzioni di interesse storico-artistico realizzate sul territorio nazionale dal 1945 ad oggi.

“In questo modo veniamo incontro alla richiesta di aiuto che ci era arrivata dal commissario prefettizio che amministra in questo momento il Comune” spiega il presidente della Toscana, Eugenio Giani. Il finanziamento si somma ad altri 3 milioni di euro già messi a disposizione dalla Regione nel 2016. Un altro milione ce lo metterà il Comune, assicura il vice prefetto Vittorio De Cristofaro, commissario a Pescia dal 1 febbraio.

Il Mercato dei Fiori di Pescia – il Mefit, chiamato il ‘nuovo’ mercato perché sostituì nel 1988 quello, oramai diventato piccolo, realizzato negli anni Cinquanta – è stato progettato negli anni Settanta e sorge vicino alla stazione ferroviaria. Si contraddistingue architettonicamente per sei doppi pennoni posti su due lati opposti e sostenuti da tiranti in acciaio e grandi vetrate: conta la superficie coperta senza pilastri più ampia d’Italia, un quadrato di oltre un ettaro che ospita il salone delle contrattazioni, a cui si aggiungono lateralmente 89 magazzini per una superficie quasi identica, cinquantacinque box per 1900 metri quadrati, serre per 1.875 e un’area a verde per 25.500, oltre agli uffici, i parcheggi e l’area di carico e scarico. Una struttura attivissima. Ma l’edificio necessitava di un’adeguamento strutturale, non più rinviabile, e senza l’intervento della Regione rischiava la chiusura.

“I soldi messi dalla Regione sono indispensabili – spiega il viceprefetto De Cristofaro – per avviare la messa in sicurezza dello stabile e quindi evitare il possibile sequestro da parte dell’autorità giudiziaria per pericolo”. Il termine ultimo imposto dalla procedura già avviata è il 22 giugno: dopo quella data i vigili del fuoco avranno sessanta giorni per fare un sopralluogo ed altri trenta per riferire all’autorità giudiziaria. Ma se i lavori saranno già partiti – i tempi ci sono – sequestro e chiusura potranno essere evitati.

Quando il Mercato dei fiori di Pescia fu costruito, era di proprietà del Ministero dell’agricoltura. Poi, negli anni Duemila, è passato alla Regione (assieme alla competenze agricole); dal 2016, in base ad un legge regionale approvata nel 2009 ed un successivo accordo di programma, la proprietà è stata trasferita al Comune, che dal 2013, tramite un’azienda speciale, cura anche il servizio di mercato all’ingrosso, dopo il fallimento del consorzio Comicent.

Il mercato all’ingrosso è infatti un punto di riferimento per cinquecento produttori agricoli, ma vi girano attorno centinaia di aziende, dai commercianti ai trasportatori per finire ai servizi: in tutto si arriva a circa quattromila addetti. L’intervento sull’edificio, che sarà realizzato grazie al contributo della Regione, servirà a renderlo da subito di nuovo sicuro e quindi successivamente idoneo rispetto alle mutate norme in materia di sicurezza ed antincendio, oltre a supplire alla manutenzione ordinaria straordinaria che negli ultimi anni non è stata realizzata.

I due milioni stanziati dalla Regione Toscana per il Comune di Pescia e destinati come contributo straordinario per l’adeguamento del Mefit (Mercato dei Fiori), rappresentano un’ottima notizia che va nella direzione auspicata.

A sottolinearlo è la Cia Agricoltori Italiani della Toscana dopo che la giunta regionale ha deliberato un extra stanziamento per salvare il Mercato dei Fiori di Pescia.

“Sospiro di sollievo per le tante aziende floricole. Apprendiamo con soddisfazione – sottolinea il presidente Cia Toscana, Valentino Berni – questo finanziamento, anche se, come ha ricordato il presidente Giani, la Regione non ha titolarità e competenza sulla struttura. Una novità che, grazie all’adeguamento della struttura, dovrebbe scongiurare il possibile sequestro da parte dell’autorità giudiziaria per pericolo”.