SIENA – Bastano i riferimenti al Complesso del Duomo e a Domenico Ghirlandaio, nella cui Bottega furono realizzate le tre meravigliose vetrate policrome, di nuovo visibili dopo oltre venti anni, ad elevare il loro restauro e la presentazione al livello di eventi dell’arte mondiale.

L’altra svolta nell’interessante storia di queste opere, raffiguranti San Francesco, San Bonaventura, San Biagio, San Bernardino, Sant’Antonio di Padova, San Ludovico di Tolosa, è la loro musealizzazione nella Cripta della Cattedrale: una scelta che assicura la migliore collocazione e la loro giusta fruibilità.

Sentimento, volti e sguardi, passione, colori, genio e tecnica, intuito e abilità, si uniscono in queste opere, capaci di raccontare fede e  coscienza con il linguaggio universale della migliore arte.

«Una grande occasione – ha ammesso il cardinale, l’arcivescovo Augusto Paolo Lojudice nella Sala delle Statue del Museo di Opera –: restituisce ai cittadini, ai fedeli, ai turisti tre grandi opere che, restaurate, si rivelano nuovamente nella loro magnificenza. Questi capolavori confermano la grandezza del patrimonio della Cattedrale e di Siena. Deve essere sostenuta dalla consapevolezza, anche da parte delle giovani generazioni,          dell’importanza di questa bellezza, attraverso la quale si esprimono spiritualità e cultura: un’enorme ricchezza da tutelare e promuovere a vantaggio della sua comunità. Un evento tanto più importante nell’attuale periodo quando questi valori possono diventare occasioni per ricordare altre gravi tensioni che l’umanità oggi affronta».

«Una storia lunga ed importante questa delle tre Vetrate policrome in vetro soffiato e dipinte ‘a grisaglia’, protagoniste di un percorso che anche testimonia l’identità territoriale della Diocesi – ha detto don Enrico Grassini responsabile Ufficio Beni Culturali – . Furono realizzate da maestri della Bottega del Ghirlandaio, grande interprete del Rinascimento, alla fine del XV secolo per la chiesa di San Francesco a Colle Val d’Elsa per essere poi cedute all’Opera della Cattedrale. A Siena arrivarono nel XIX secolo. Furono montate nel transetto destro, a lato dell’altare del Santissimo Sacramento, e in quello sinistro accanto all’altare di Sant’ Ansano, dopo un adattamento alle dimensioni delle monofore con un coronamento in vetro colorato».

Negli anni più recenti, si alternano altre vicende. Nel 1998 fu smontata dal telaio ottocentesco quella del transetto destro; dopo il restauro, affidato nel 2001 a Camillo Tarozzi, rimase conservata in speciali casse fino al 2019 quando Opera del Duomo decise di restaurare anche quella posta sul transetto sinistro, affidando il lavoro ad Angela Nenci e Caterina Pavolini Vetreria La Diana, in collaborazione con Cesare Valenti MetalProject. Il restauro completo è stato realizzato in un laboratorio temporaneo negli spazi dell’Oratorio di San Giovannino e S. Gennaro, sotto il controllo dell’allora soprintendente Andrea Muzzi coadiuvato dalla funzionaria Letizia Nesi. Il progetto di musealizzazione all’interno della ‘Cripta’ del Duomo è stato affidato all’architetto Piero Castri di Opera Laboratori, che ha concordato gli interventi con l’Ufficio Tecnico della Fabbriceria.

 

«Il complesso sistema concepito dalle maestranze dell’Opera del Duomo – dice il rettore Guido Pratesi – e di Opera Laboratori, l’altissima precisione dei telai e controtelai metallici consentiranno l’esecuzione, in totale sicurezza, di futuri spostamenti, di interventi di manutenzione delle vetrate policrome e dell’impianto di retroilluminazione».

Evento nell’evento, la presentazione del restauro delle Vetrate del Ghirlandaio è stata l’occasione per l’anteprima del volume dei Quaderni dell’Opera: 270 pagine e le immagini di tavole e opere. «Una nuova edizione che – ha detto lo storico dell’arte, consulente Museo dell’Opera  Marco Ciampolini, coordinamento editoriale e redazione con Marilena Caciorgna -,  ripresa dopo dodici anni dal numero quindici,  racconta le iniziative, il patrimonio, la storia, di Opera della Metropolitana. Gli esperti, gli storici dell’arte, gli studiosi, rivelano lo sviluppo del complesso episcopale, il Duomo, il Pulpito di Nicola Pisano; poi, nell’indice altri eventi, personaggi; le iniziative di Opera della Metropolitana che, recependo le nuove sollecitazioni, anche dopo i limiti imposti dalla pandemia, ha elaborato un programma che fa tesoro della tecnologia, alternando le iniziative in presenza e in remoto. Altri argomenti saranno sviluppati nella prossima edizione».

Complesso del Duomo; orario museo 10,30 – 18 (www.operaduomo.siena.it).