ROMA – Nuovi investimenti per 275 milioni di euro, nei prossimi cinque anni, per l’azienda farmaceutica Takeda in Italia dove è presente con due siti produttivi, uno a Pisa e l’altro a Rieti. E il nuovo piano 2021 – 2025 prevede un aumento della produzione del 100%, con 150 nuove assunzioni nei suoi due siti.
Il piano, presentato oggi a Roma, traccia la nuova policy di un’azienda attiva da oltre 240 anni in più di 80 Paesi (con circa 47.000 dipendenti nel mondo e oltre 1.100 in Italia). Oggi Takeda, ha deciso di consolidare la produzione di farmaci plasmaderivati, di cui detiene una quota di mercato significativa a livello mondiale.
Proprio il sito di Pisa, attraverso il lavoro di 200 addetti, è diventato il principale fornitore di albumina nei Paesi in via di sviluppo. Con oltre 30 anni di esperienza, lo stabilimento di Pisa impiega è, infatti, dedicato esclusivamente al trattamento di albumina umana, a seguito del frazionamento effettuato a Rieti. A Pisa vengono eseguite le fasi di riempimento asettico e ispezione visiva. Grazie al recente aumento della produttività e della copertura del mercato (completato con la Cina), Pisa è ora il principale fornitore di Albumina per i paesi RoW (Resto del mondo).
Per il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti “i rapporti con il Giappone sono stati sempre improntati alla grande collaborazione. Takeda in Italia ha due realtà all’avanguardia: il fatto che abbia deciso di investire nuovamente e in modo così importante ci riempie di grande soddisfazione. Il Governo è al fianco di chi intende investire in Italia”.
Da settembre 2020 grazie all’accordo in conto-lavorazione terzi stipulato con il consorzio interregionale Planet, gli stabilimenti italiani di Rieti e Pisa sono fortemente coinvolti nel trasformare in farmaci salvavita tutto il plasma donato nelle strutture trasfusionali delle Regioni Toscana, Marche, Lazio, Campania, Molise e Ispettorato Generale della Sanità Militare. L’obiettivo è ambizioso: rendere l’Italia autosufficiente dal punto di vista della disponibilità di farmaci emoderivati.
I farmaci derivanti da donazione di plasma umano hanno enorme rilevanza sotto il profilo etico e sociale: da un lato derivano da una risorsa per definizione limitata, la donazione di plasma umano, che è a tutti gli effetti assimilabile ad una “donazione d’organo”; dall’altro rivestono un ruolo determinante, spesso salva-vita, nel trattamento di condizioni cliniche acute e croniche quali: immunodeficienze primitive, malattie neurologiche, emofilia e altri disordini congeniti della coagulazione, insufficienza epatica, sindrome nefritica, ipovolemia. Con l’obiettivo di curare pazienti in ogni parte del mondo, occorre sensibilizzare le persone a donare sempre di più.