SIENA – Quello di Luigi Lovaglio sarà un percorso a tappe. Il nuovo amministratore delegato di Banca Mps avrà come base il piano industriale varato nel dicembre scorso dal suo predecessore Guido Bastianini. Considerato il quadro macro-economico, influenzato dalla guerra in Ucraina, quel prospetto è destinato a rimanere tale.

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Già era prevista la possibilità che le autorità competenti avrebbero apportato modifiche; oggi, con quando sta accadendo non lontano da noi, un aggiornamento profondo è un certezza. Lovaglio – come riporta Il Sole 24 Ore – entro il 31 marzo dovrà comunicare alla Bce il capitale plan, ovvero il fabbisogno necessario, poi inizierà il confronto con l’Europa sul piano: il terzo a partire dal dicembre 2020. In ballo c’è soprattutto l’entità dell’aumento di capitale, stimato finora in 2,5 miliardi. Difficile azzardare cifre, ma visto gli scenari, questa cifra potrebbe non essere sufficiente.

In questo contesto si inserisce anche la negoziazione con Bruxelles rispetto ai tempi di uscita del Tesoro dal capitale di Montepaschi. Il termine è scaduto il 31 dicembre. La proroga non dovrebbe essere inferiore ai 18 mesi. Sempre che il mercato non presenti occasioni attraenti. Lo stesso mercato, quello dei privati, che dovrà svolgere una parte importante nella ricapitalizzazione. A Lovaglio il compito di presentare la Rocca in piena forma.