FIRENZE – “Il 9 marzo 2020 l’Italia, davanti alla tv, al Pc o agli smartphone, ero in attesa della conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che avrebbe annunciato l’inizio del ‘lockdown’.

Venne firmato il DPCM che istituiva per l’intero Paese la zona rossa. Solo il giorno prima c’era stato il primo caso letale di Covid in Toscana. Come tutti i passaggi che in qualche modo segnano la storia, credo sia importante non dimenticare e, per quanto possibile, fare tesoro nel nostro presente e nel nostro futuro di quello che è accaduto.

A distanza di due anni le Sale dello spazio espositivo del Palazzo del Pegaso ospitano una bella mostra che consegna alla storia, quella della cronaca ma anche quella che segna le tappe cruciali dell’umanità, il racconto della pandemia, che lentamente e con fatica stiamo lasciando alle nostre spalle”, lo ha detto il presidente del Consiglio, Antonio Mazzeo, all’inaugurazione della mostra fotografica Gli occhi della pandemia, che nei locali del Centro Expo al primo piano di palazzo del Pegaso rende visibili al pubblico 39 immagini scattate da 13 fotogiornalisti italiani durante il periodo della pandemia.

“Questa mostra è un documento prezioso, come ogni fonte che fa la storia – ha aggiunto Mazzeo. – E come tale invito tutti a guardarla, a lasciarsi coinvolgere nelle nostre emozioni e nelle nostre riflessioni. Anche noi siamo testimoni di quello che è accaduto. Per questo vorrei ringraziare l’associazione Lumen e i 13 fotoreporter che hanno raccontato, ciascuno con tre foto, che cos’è stata per loro la pandemia. So che molti di voi sono impegnati a raccontare un altro tragico evento in corso in questi giorni: il conflitto in Ucraina e la fuga dei cittadini ucraini. Ma siete riusciti comunque ad essere qui”.

Per questo ha ringraziato i fotografi Laura Lezza, Claudia Greco, Manuel Dorati, Marco Balostro, Enrico Mattia Del Punta, Clara Vannucci, Francesca Volpi, Stefano Guidi, Giacomo Sini, Fabio Muzzi, Bruna Casas, Mattia Crocetti e Gianluca Panella, che hanno messo a disposizione le loro opere attraverso l’associazione Lumen, cui aderiscono fotografi e video maker indipendenti. “Il loro – ha sottolineato il presidente Mazzeo -è un contributo prezioso per raccontare per immagini cos’è stata la pandemia: le città vuote, i tamponi, i volti dei malati e quelli dei medici nascosti dai dispositivi di protezione”.

Il presidente del Consiglio regionale ha poi concluso ringraziando “ancora una volta tutte le toscane e tutti i toscani per il senso di responsabilità dimostrato in questi due anni e, in particolare, il grazie di tutto il consiglio regionale va agli operatori sanitari e a tutti i lavoratori che in questo tempo così difficile hanno affrontato in prima linea la battaglia contro il Covid19”.

Gli occhi della pandemia, come ha spiegato il fotografo Enrico Mattia Del Punta, “sono gli occhi dei fotogiornalisti italiani che hanno raccontato il covid-19 in questi due anni, ogni giorno, e attraverso Lumen, la nostra associazione, cerchiamo di promuovere e valorizzare il lavoro che i fotografi fanno sul campo. Un lavoro che in questi giorni, ad esempio, sono impegnati a fare in Ucraina e nelle zone vicine per raccontare la crisi scoppiata con la guerra alla porta dell’Europa. È un lavoro fondamentale per la comprensione dei fatti”.

Parallelamente al percorso fotografico il pubblico potrà vedere anche il video-documentario “Messages from Quarantine”, realizzato all’inizio della pandemia da Niccolò Natali e Nikola Lorenzin, e pubblicato sul New York Times.

Hanno portato il loro saluto, ringraziando i fotografi per il loro prezioso lavoro di testimonianza, il vicepresidente del Consiglio regionale, Marco Casucci, e la presidente della commissione Cultura, Cristina Giachi. Al taglio del nastro era presente anche il consigliere Andrea Vannucci.

La mostra proseguirà fino a domenica 13 marzo con il seguente orario: da lunedì a venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18; sabato e domenica dalle 15 alle 18.

L’accesso all’iniziativa è gratuito e sarà contingentato ai sensi della normativa volta al contenimento della diffusione del contagio da Covid-19. Sarà necessario esibire la certificazione verde Covid 19 “Green pass rafforzato”, come stabilito dalle disposizioni vigenti.