FIRENZE – La vodka, certo, ma fino a un certo punto. In Russia si brinda spesso e volentieri anche con il vino italiano. Di qualità naturalmente.

Questo mercato è il decimo per valore e nei primi undici mesi del 2021 ha registrato un crescita di oltre il 20% rispetto all’anno precedente, per una cifra complessiva di oltre 150 milioni. In Ucraina, nello stesso periodo, le importazioni hanno toccato quasi 58 milioni. Chiaro quindi che la guerra anche per il settore vitivinicolo non sia una questione secondaria. Non lo è per le esportazioni, né tanto meno per i cittadini russi che hanno deciso di investire nelle nostre aziende.

La Toscana, come evidenziato da Winenews, in questo gioca un ruolo da protagonista. Yuri Shefler, russo di nascita ma di nazionalità britannica, è azionista di minoranza di “Tenute di Toscana”. La holding controllata al 73,6% dal gruppo Frescobaldi, che vanta all’interno della propria scuderia marchi quali Masseto e Ornellaia a Bolgheri, e Luce della Vite e Castelgiocondo a Montalcino. Per non parlare della “Tenuta dell’Aiola”, che fa capo a Ilja Elissejev. Secondo il dissidente Alexey Navalny, un prestanome dell’ex premier Dmitri Medvedev. Fatto per altro smentito dall’azienda.