FIRENZE – “Sono almeno 13 i siti toscani coinvolti dalla vicenda keu, ma sta venendo il dubbio che siano molti di più perché il keu è stato utilizzato anche per appalti privati e non soltanto pubblici”.

A dirlo il consigliere regionale di FdI Alessandro Capecchi, membro della commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in Toscana a proposito della vicenda keu e della relazione del commissario straordinario per il presidio e coordinamento delle attività in materia di ambiente, Renata Laura Caselli.

“La riprova – ha aggiunto Capecchi – sta nel decreto della commissaria speciale nel quale viene nuovamente chiamato in causa il consorzio Aquarno e altre ditte oltre a quella che è stata indagata dalla Dda di Firenze per presunta collusione con associazioni mafiose”.

“La commissaria – spiega ancora il consigliere –  parte dal presupposto che ci sia una nota della Provincia di Pisa che imponeva ad Aquarno di fare verifiche ambientali prima di cedere a terzi il keu, verifiche che non sono state fatte. Sulla base di questo e sul fatto che si parla 15mila tonnellate annue per sei anni, dal 2014 al 2019, conferiti a Lerose c’è il forte sospetto che il keu non sia finito solo negli appalti pubblici, ma anche in tantissimi appalti privati”.

In vista della scadenza dei lavori della commissione di inchiesta Capecchi fa sapere che Fdi chiederà “agli altri membri della commissione espressione della minoranza di non votare la relazione finale. Ci dispiace perché il tema è molto delicato, ma sulla vicenda keu è chiaro che la Giunta ha giocato al ribasso, senza mettere la commissione in condizioni di lavorare e fare proposte che rendano più difficile alle organizzazioni criminali infiltrarsi in Toscana”.