VIAREGGIO – Avrebbero costituito una Onlus stipulando poi fittizi contratti di assunzione di persone perlopiù di origine extracomunitaria, al solo fine di consentire loro di poter accedere alla cassa integrazione o all’indennità di disoccupazione e, in alcuni casi, ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno.

Questo l’esito di un’indagine della Guardia di Finanza di Viareggio (Lucca) che ha denunciato, a vario titolo, 42 persone per truffa ai danni degli enti previdenziali, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso, “per un illecito profitto e un danno cagionato alle casse dello Stato superiore a 100.000 euro”.

Gli accertamenti, si spiega dalla Gdf, avrebbero svelato “un sistema fraudolento, oramai rodato, architettato da un uomo di origini siciliane residente a Viareggio con la complicità di un consulente del lavoro di Livorno”.

Il primo avrebbe messo in piedi l’associazione no profit, di cui era presidente, operativa solo sulla carta, assumendo personale con presunte mansioni di barista, cameriere, lavapiatti, cuoco o addetto alle pulizie. L’assunzione veniva poi formalizzata con contratti e buste paga appositamente predisposti dal “compiacente professionista”.

Successivamente, “la documentazione attestante i falsi rapporti di lavoro veniva utilizzata per richiedere all’Inps prestazioni” quali Naspi, cassa integrazione e il cosiddetto ‘bonus Renzi’. In alcuni casi i contratti e le buste paga fittizie sarebbero stati anche presentati “a supporto dei moduli di richiesta di rinnovo dei permessi di soggiorno”. “L’indebita percezione di misure di sostegno del reddito è perdurata anche durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, quando la fascia dei soggetti più deboli si è ampliata in modo significativo”.