FIRENZE – «In Regione Toscana vogliamo limitare i contatti tra le persone, allargheremo lo smart working per i nostri 3.500 dipendenti che, considerati anche gli enti connessi alla Regione, sono più di 5.000. Almeno fino alla fine di gennaio tutto ciò che può essere fatto tramite lo smart working lo faremo».

Così il presidente della Toscana, Eugenio Giani, parlando della situazione sanitaria nella regione. «Condivido quello che ha detto Cartabellotta, il presidente della fondazione Gimbe, sul fatto che dobbiamo limitare in assoluto i contatti fra le persone – ha aggiunto Giani -. Di fronte a un virus così contagioso, se limitiamo i contatti alle cose veramente importanti è meglio. Come Regione daremo il buon esempio».

Tamponi solo con sintomi

Non solo, il governatore ha anche annunciato che «stiamo incrementando il livello di ‘tamponatura’, tanto è vero che oggi abbiamo segnato il record assoluto con 79mila tamponi. Vorremmo arrivare a 100mila tamponi, e ci adopereremo per questo proprio perché il tracciamento è importante. Ai cittadini dico di andare a fare il tampone se si ha qualche sintomo, non semplicemente per sicurezza come qualcuno mi ha detto». «Cercheremo anche di eliminare quelle sacche di tamponi fatti per questioni occasionali – ha aggiunto -, dobbiamo ridurre quell’appesantimento sul sistema dei tamponi creato dai no vax. Per questo io sostegno che qualsiasi intervento vada verso l’obbligo vaccinale, in primis quello dei lavoratori».

Oltre 18mila casi oggi in Toscana, «ce lo aspettavamo»

Per quanto riguarda i nuovi casi di Covid, Giani ha detto che in Toscana «abbiamo dati chiaramente alti, sopra i 18mila. Era nelle nostre previsioni perché sapevamo che dopo i giorni di festa si sono accumulati i tamponi da processare e c’è stato più contatto fra la popolazione. Ce lo aspettavamo che sarebbero stati giorni problematici. I dati di oggi li definisco ‘record di contagi e record di tamponi’. Sarà anche con l’aumento dei tamponi che affronteremo il problema del tracciamento». Parlando, infine, della vaccinazione, il governatore ha evidenziato i dati dei pazienti ricoverati: «I non vaccinati generano l’84% delle posizioni in terapia intensiva, mentre i vaccinati solo il 6,8%, di cui con la terza dose sono il 2,6%».

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Potenziare le strutture di cure intermedie

In merito poi alle strutture di cure intermedie nelle quali ricoverare coloro che finiscono in ospedale non a causa del Covid, ma per altre patologie o necessità, e che, in quell’occasione, si scoprono positivi al tampone, Giani ha precisato che occorre organizzarle e potenziarle. «Cercheremo di utilizzare luoghi di cure intermedie che vadano oltre l’aspetto ospedaliero – ha detto Giani – perché si sta prefigurando una quota sempre più consistente di persone che vanno in ospedale per altre ragioni e casualmente scoprono di essere positive al Covid. E in questo caso vanno nel reparto Covid, ma in realtà dovrebbe andare in un posto diverso che andrebbe chiamato ‘ospedale di comunità’ ovvero di lunga degenza da cure intermedie». Per questa riorganizzazione, ha aggiunto il governatore, «ci aiuterà la Croce Rossa mettendo a disposizione i Fraticini, non solo per le vaccinazioni, ma per darci dei letti intermedi, e poi andremo a cercare altre sedi in tutte e tre le Asl. Faremo subito un sopralluogo a Camerata per capire se possiamo trasformarla in questo senso. Sulla costa si parla di Monterotondo a Livorno, dell’incremento del San Luca a Lucca con altri spazi, analoga situazione a Massa. Insomma io ho dato l’input affinché i nostri direttori generali possano pensare all’interno del nostro patrimonio sanitario di anticipare quello che nel Pnrr sarà l’ospedale di comunità».

Arrivate al Meyer 1.440 pillole Merck

«Con un messaggio la struttura commissariale del generale Figliuolo mi ha appena comunicato che sono arrivate in questo momento 1.440 pillole Merck al Meyer e quindi ci sarà l’occasione magari domattina di andare lì per mostrare come le teniamo, a livello simbolico» ha poi detto Giani annunciando l’arrivo in Toscana delle prime dosi dell’antivirale per il trattamento del Covid. «Poi – ha aggiunto Giani – le diffonderemo raccogliendo le indicazioni dell’uso che ci darà la struttura commissariale del generale. “Le bocche di fuoco” contro il Covid – ha concluso – sono la vaccinazione, l’uso dell’anticorpo monoclonale che stiamo incrementando, in luoghi come il Creaf a Prato, e le pillole»