Una festosa invasione biancoverde per le vie di Cecina. Un pranzo collettivo e poi il ritorno a Siena per vedere in tv una partita alla quale non era possibile assistere dal vivo. È la domenica sui generis dei tifosi della Mens Sana. Il Prefetto di Livorno aveva vietato la vendita dei biglietti ai residenti di Siena e provincia. La risposta è stata un pranzo cecinese a base di pesce che ha unito in un grande abbraccio tifosi di tutti i generi e di tutte le età fino alla “Verbena” cantata con la squadra che è passata a fare un saluto a chi non poteva recarsi al PalaPoggettti.
Sconfitti sul parquet, vincitori morali fuori Poco importa se Cecina ha costretto la Gecom alla prima sconfitta in campionato. Siena ha comunque vinto. Un’affermazione all’insegna della civiltà e del tifo, quello più sano e passionale. In trasferta per non vedere una partita e solo per sostenere, in ogni modo, la squadra del cuore: una cosa unica al mondo. Così come unici sono stati i tifosi biancoverdi che, non essendo residenti a Siena, hanno potuto riempire il settore ospiti del palazzo dello sport cecinese. Circa 70 le unità che hanno alzato lo striscione «La fede non si vieta». Un altro unicum di una domenica assolutamente particolare. Mai forse, nel quarto campionato di pallacanestro nazionale, si sono visti tifosi che provengono fuori dai confini della città che scende sul parquet..
La lezione senese Una vera e propria lezione per ogni sport a tutti i livelli. Specie mentre a San Siro nessuno riusciva a fermare la furia dei tifosi croati che hanno interrotto il match della Nazionale di calcio per 10’. E lì chi controllava? Come sono riusciti petardi e fumogeni entrare nello stadio? Paradossale aver visto nel frattempo le forze dell’ordine, una decina di agenti in borghese, marcare stretto per tutto il pranzo e la restante parte del pomeriggio i tifosi fino alla loro ripartenza per Siena. Del resto, quelle borsette portate dalle ragazze e quei passeggini dove viaggiavano i più piccoli dovevano essere monitorati con grande attenzione. Il paradosso di una trasferta vietata si è trasformato nella foto di un’Italia confusa e incapace di gestirsi. Tra Cecina e Milano è stato effettivamente così.