FIRENZE – «Il nostro ufficio studi teme una perdita di almeno 200 milioni di euro di consumi in Toscana, 3 miliardi a livello nazionale» per il prossimo Natale.
Così in una nota il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. «Sono molti – spiega comunque – i fattori di incertezza che pesano sui consumi di Natale. Mai come quest’anno sarà difficile fare previsioni sull’andamento delle vendite: Inflazione e aumento dei prezzi – aggiunge -, carenza di materie prime e difficoltà di approvvigionamento di alcuni prodotti, poi le possibili nuove restrizioni anti Covid e i timori legati al futuro dell’occupazione: sono tutti elementi che incidono profondamente nella propensione agli acquisti delle famiglie toscane, anche dal punto di vista psicologico oltre che materiale. La stagione – osserva ancora Marinoni – era partita bene, con buone prospettive di ripresa per le aziende e di crescita per i consumi, ora però i dati sull’inflazione, peggiori di quanto potessimo pensare, ci mettono in allarme».
Il timore di Confcommercio Toscana è che ne escano compromesse le vendite di dicembre, solitamente le più brillanti dell’intero anno: «Nel terzo trimestre avevamo visto una ripresa decisa dei consumi, benché nelle famiglie toscane permanga la tendenza al risparmio. Ma è chiaro che di fronte al pericolo di un ridimensionamento del reddito disponibile reale, la propensione ai consumi è destinata a scendere. A soffrirne di più saranno i settori che sono già usciti con le ossa rotte dalla crisi scatenata dalla pandemia, come la moda, il turismo e in generale quanto è legato alla mobilità». Già il Natale 2020 era stato al ribasso: «In pieno secondo lockdown, le nostre stime indicavano una spesa pro capite per i regali di 162 euro, due euro sotto la media nazionale e addirittura 13 euro in meno rispetto al Natale 2019, quando ogni toscano aveva speso circa 175 euro per fare doni. Ora le novità di questi giorni, unite al fatto che parte del budget per i regali è già stato speso in occasione dei ribassi del Black Friday, potrebbero rimettere in discussione la nostra analisi».