VOLTERRA – Osmosi e dialogo, luci e connessioni che intrecciano l’oggi al passato, in un simposio di arte e bellezza che si svela nel chiostro della pinacoteca civica di Volterra (Pisa).

La città ha celebrato l’acquisizione permanente dell’opera del maestro Paolo Icaro, ‘Polarità’, che entrerà nella collezione permanente della pinacoteca di Volterra, a seguito della vittoria da parte del Comune della nona edizione dell’Italian Council del ministero della cultura. Collocata nel chiostro del palazzo della pinacoteca di Volterra, Polarità è un’opera site-specific concepita dall’artista strettamente in connessione con la città, la collezione del museo – che custodisce, tra le altre, le più importanti opere del Signorelli e di Rosso Fiorentino –, e la sua architettura, e con lo spazio osmotico del chiostro, al quale si arriva dalla città e dal paesaggio. Con un intervento minimalista, rispettoso dello spazio storico in cui si inserisce, la linea diagonale di Polarità (un sottile asse di acciaio di circa 6 metri) spezza l’ortogonalità del chiostro, vero e proprio hub dove l’opera rafforza l’ambivalenza “terra/cielo” o “città/paesaggio”, come anche possibile e colta rilettura del gioco compositivo di alcuni capolavori conservati nel museo, in cui la struttura geometrica viene intervallata drammaticamente, rivoluzionando il linguaggio della storia dell’arte dalle forze diagonali narrative che la costruiscono. Una sorta di colonna ‘Traiana’ post litteram, dove non si raccontano le vittorie gloriose in guerra di un imperatore romano. Perché l’opera custodisce un alto senso del presente, dell’oggi, mescolato ad una sensibilità devota al passato. I riferimenti sono cristallini: incontriamo non solo le geometrie del chiostro di Palazzo Minucci Solaini, sede della pinacoteca civica, ma anche le tormentate angolazioni de ‘La Deposizione dalla Croce’ di Rosso Fiorentino, e le diagonali de ‘L’Annunciazione’ di Luca Signorelli, capolavori custoditi nella pinacoteca volterrana. Con ‘Polarità’, il maestro inventa nuovi linguaggi: la diagonale in acciaio (il metallo dell’oggi) intarsiata di bronzo (il metallo della memoria), si adagia in verticale e con delicatezza al porticato del chiostro della pinacoteca, calcolando la mobilità di proporzioni dell’antico chiostro nel verticalismo dell’asse, dove incontriamo un metallo specchiante pregno di simbolismi, dallo Zenit al Nadir, fino a una serie di numeri decimali impressi. Le due punte dell’opera sono origine e fine: c’è la punta issata al selciato antico del chiostro, c’è la punta che guarda al cielo. Un asse che sembra guardare a un infinito più materiale, dell’oggi, in un divenire del tempo. All’interno del progetto è  prevista una collaborazione con le scuole di Volterra per un workshop sul progetto, e fuori dall’Italia, sarà organizzata una mostra all’Ekaterina Cultural Foundation a Mosca, con fotografie e video di Michele Alberto Sereni che racconteranno il lavoro di Paolo Icaro nel chiostro della Pinacoteca, presentando al pubblico russo anche la città di Volterra, la sua storia e le sue ricchezze artistiche.