FIRENZE – Nell’estate del 2001 debuttava a Firenze il festival di poesia “Fuck Art Let’s Dance!”, una delle mille trovate culturali e performative di Antonio Bertoli e della sua libreria City Lights Italia, unica filiale al mondo del leggendario City Lights Bookstore di Lawrence Ferlinghetti, che del festival fu, ovvio, la star.
Esattamente venti anni dopo, Firenze rende omaggio all’ultimo vate della beat generation – scomparso lo scorso febbraio – insieme a molti ospiti di quell’evento: “Fuck Art, Let’s Dance! Una notte d’estate per Lawrence Ferlinghetti” è in programma mercoledì 25 agosto all’Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale, nell’ambito dello spazio estivo Ultravox Firenze.
Sul palco saliranno Massimo Altomare, Marco Parente, Giulio Casale, gli attori della compagnia Catalyst e altri ospiti per una festa di musica, letture, testimonianze e proiezioni. Tutto nel segno del celebre aforisma “Fuck Art, Let’s Dance!”, per ricordare il poeta, editore, pittore/artista visivo americano e il suo speciale rapporto con Firenze.
Nessuna pretesa nostalgica del “come eravamo”: solo quella, umile e sincera, di riallacciare il filo con l’amico Ferlinghetti, il “meraviglioso e completo outsider della cultura e dell’arte”, innamorato della Toscana e di Firenze. Ferlinghetti è stato un artista totale e totalmente impegnato: a demolire miti, a risvegliare le coscienze, a praticare l’arte. Ma non l’arte inutile, fine a se stessa. Per dirla con le parole di Antonio Bertoli – scrittore, poeta, uomo di teatro scomparso nel 2015 – il felicissimo e dissacrante “Fuck Art Let’s Dance! racchiude in sé – nella sua semplicità e immediatezza – tutto il complesso pensiero estetico che è alla base del suo intervento nell’arte (poesia, letteratura, pittura, editoria). Fare arte non serve a niente quando l’arte è fine a se stessa (“fuck art”). E’ qualcosa di impareggiabile invece quando balla la danza della vita (“let’s dance!”)”.