SIENA – «La fine imminente del Monte dei Paschi era impensabile fino a pochi lustri fa. Immaginare poi che un simile disastro avvenisse nel silenzio e nella rassegnazione sarebbe stata definita ipotesi di fantascienza». Inizia così la lettera aperta alla città della Cisl Siena.

«Eppure questo sta accadendo – prosegue la lettera – . Un lungo periodo di agonia, la concomitanza con altri eventi che hanno sconvolto la nostra quotidianità. Molte possono essere le cause, nessuna sufficiente a giustificare l’indifferenza che accompagna un disastro che in molti immaginano riguardi i soli dipendenti della banca. Chi crede erroneamente che sia un problema esclusivo della categoria, degli addetti, dei tanto “vituperati e privilegiati montepaschini” , rischia di fare una analisi incompleta e autolesionista, tesa a leggere frettolosamente un piccolissimo spaccato del territorio che, ricordiamo, comunque essere stato la spina dorsale di un benessere diffuso non cancellabile con un semplice colpo di spugna. Atto intollerabile e da interpetrare in tutto il suo scellerato percorso, che ci ha visti negli ultimi decenni oggetto di sciacallaggio mirato, opinabile, mediatico e non solo. I livelli occupazionali, il sostegno alle imprese, il supporto all’economia e alle famiglie, lo sviluppo del comparto socio-sanitario, per dirla in breve tutti i pilastri su cui poggia la vita di questo territorio subiranno danni incalcolabili, probabilmente irreparabili. Senza scomodare eventi catastrofici che hanno colpito altri importanti territori del nostro paese, ci pare evidente che il benessere della nostra comunità, già indebolito dalla lunga crisi del Monte, stia per essere travolto».

Gli errori di Siena

«Di errori Siena ne ha fatti – spiega Cisl – , e nominiamo la città per intendere tutte le sue istituzioni. Probabilmente c’è chi ha sbagliato in buona fede e chi invece lo ha fatto per interesse. Quel che conta adesso, è che le forze sane di questo territorio, e ce ne sono ancora, non accettino in silenzio l’ultimo delitto. Per questo ci sentiamo in dovere di stimolare un dialogo, un confronto serio, con l’obiettivo di concedere a questa realtà almeno una base da cui ripartire per rialzarsi. Nessuno immagina la restaurazione di fasti, ormai impensabili, ma chi in questo territorio ci ha creduto, ci ha vissuto ci ha anche investito e intenderebbe ancora a farlo, è chiamato a fare la propria parte prima che sia troppo tardi. È nostro dovere richiamare all‘attenzione oggi e non domani tutte le componenti del senese (datoriali e perché non anche quelle ecclesiali) affinché chiunque abbia ancora a cuore le sorti di questo territorio, metta in campo le proprie competenze, le proprie capacità, idee risorse e tanta concretezza per intraprendere un percorso insieme virtuoso e veramente onesto. Dobbiamo ricercare una salvaguardia di quanto costruito nei secoli dai nostri predecessori senza passare da nostalgici, ma semplicemente da costruttori di un futuro sano e sostenibile».

No a vaghe rassicurazioni

«Non ci bastano le rassicurazioni vaghe – prosegue il sindacato – , semplicistiche o facilmente confutabili, che qualcuno a livello governativo intende propinarci. Questo territorio ha già dato tanto, ha fatto la sua parte anche a livello nazionale, non solo locale. Merita dunque di continuare ad aiutare la propria comunità e non solo, con una propria banca già risanata grazie allo sforzo dei dipendenti, come dimostrano i dati semestrali. Una banca capace di stare sul mercato e da secoli radicata su tutto il territorio. Siamo tutti quindi chiamati e la Cisl di Siena in prima linea si fa promotrice di questa iniziativa per mettere al centro la dignità, la storia e il futuro di tutta la nostra comunità».