Le prime in Toscana erano state Livorno, Pisa, Siena e Grosseto, ora è la volta di Arezzo, colpita dal virus della lingua blu in ben tre allevamenti ovini della provincia. La caratteristica colorazione che assume la lingua degli animali colpiti dà il nome a questa febbre catarrale maligna, malattia virale che si trasmette ad alcuni tipi di animali (mai all’uomo) esclusivamente attraverso le punture dei moscerini ematofagi del genere Culicoides. Negli ultimi giorni in tre diversi allevamenti di Arezzo, Cortona e Cavriglia sono morte a causa del virus una quindicina di pecore.
Una malattia che viene da lontano Una volta considerata esotica e confinata in ambiti a noi lontani (Africa e regioni asiatiche, oltre che diversi paesi dell’America Latina) la febbre catarrale maligna ha iniziato a manifestarsi da alcuni anni anche in Italia, coinvolgendo inizialmente solo le isole, per poi dilagare in tutto il territorio nazionale.
Il Ministero della Salute interviene Venendo trasmessa da insetti vettori e quindi con possibilità di trasmissione ad ampio raggio, il Ministero della Salute ha previsto, in linea con le direttive europee, una serie di attività preventive che contemplano la definizione di vaste aree soggette a restrizione, individuate nei territori provinciali colpiti. In questo senso sono stati posti sotto sequestro cautelativo i tre allevamenti aretini vittime della malattia. Inoltre, per un periodo di trenta giorni non si potrà movimentare, né in entrata né in uscita, alcun animale dai tre allevamenti. È già sotto osservazione una vasta area che comprende un territorio entro i quattro chilometri di raggio dagli allevamenti. I servizi veterinari, attivi nel territorio con le proprie strutture zonali, sono impegnati a fronteggiare l’emergenza con tutti i mezzi disponibili, procedendo con azioni di monitoraggio ambientale sugli insetti vettori, indagini epidemiologiche e sierologiche sugli animali sentinella, visite cliniche sulle greggi a rischio di infezione. Il servizio veterinario Asl ha anche inviato i resti degli animali colpiti in appositi istituti per confermare con assoluta certezza che si tratti del virus della lingua blu.
Il piano di emergenza sanitaria regionale A partire da ieri, le aree interessate dall’infezione in provincia di Arezzo e in tutta la Toscana sono oggetto di limitazioni importanti, con forte condizionamento delle movimentazioni degli animali sensibili e di una serie di altre attività connesse alla zootecnia che coinvolgono allevatori e operatori commerciali. Non è più possibile spostare animali non vaccinati nel territorio toscano, se non attraverso deroghe specifiche: da qui l’invito della Regione, a chiunque abbia interessi in proposito, ad informarsi presso i Servizi Veterinari Asl sull’evoluzione della situazione, sulle limitazioni in essere e sugli adempimenti da rispettare. Nessun rischio per l’uomo da questa patologia, che colpisce esclusivamente i ruminanti, se non quello di veder distrutte le proprie aziende in un momento storico economico già difficile.