FIRENZE – «La situazione, estremamente delicata, imponeva una risposta veloce ed è quanto abbiamo fatto chiedendo alla nostra Arpat di verificare la situazione. Questo accadeva il 17 aprile scorso e già il 20 abbiamo acquisito una prima mappatura dei pozzi. Due giorni dopo abbiamo incontrato i sindaci per la doverosa condivisione».

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33 pozzi sotto la lente

A dirlo l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni in commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata in Toscana del Consiglio regionale alle domande sui siti di interesse coinvolti nell’inchiesta della Dda di Firenze. I campionamenti fatti da Arpat, ha aggiunto l’assessore, hanno interessato 33 pozzi, le analisi che hanno riguardato metalli e rinvenimento di Keu, «se penetrato nel suolo e quanto e sull’eventuale rilascio e fino a che profondità anche per decidere un’eventuale messa in sicurezza e bonifica, ad oggi segnalano risultati tranquillizzanti».

Sindaco di Santa Croce ribadisce «completa estraneità»

Monni, spiega la nota del Consiglio regionale, è stata sentita in commissione insieme ad altri soggetti interessati, tra cui la sindaca di Santa Croce sull’Arno (Pisa), Giulia Deidda, che ha dichiarato di essere tra gli indagati nell’indagine, ma ha anche «fermamente» ribadito la sua «completa estraneità». La presidente della commissione, la consigliera Elena Meini (Lega) ha firmato la lettera per chiedere una proroga lavori della commissione d’inchiesta di ulteriori tre mesi: la scadenza prevista è attualmente fissata al 17 agosto.