FIRENZE –  Una preziosa reliquia di San Giovanni Battista ritrovata dopo secoli: si tratta di un osso del collo che era custodito nel reliquiario di San Simeone Stilita, contente altri 11 frammenti ossei di santi, nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze.

La reliquia sarà ora esposta ai fedeli nella Cattedrale di Firenze il 24 giugno, in occasione della Festa del Santo, Patrono della città di Firenze. Rimarrà poi conservata in Cattedrale in un antico reliquiario del XIX secolo, dono di un devoto. La scoperta, si spiega dal Museo dell’Opera del Duomo, si deve ad Alessandro Bicchi, diacono della Cattedrale e vicedirettore dell’ufficio diocesano per l’arte sacra e per i beni culturali ecclesiastici, che da anni studia le reliquie della Cattedrale di Firenze, in particolare quelle provenienti dall’Oriente, i cui risultati saranno presentati in un libro scritto con un altro autore e di prossima pubblicazione.

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La storia

La reliquia, si spiega dall’Opera del Duomo di Firenze, apparteneva all’imperatore bizantino Giovanni VI Cantacuzeno (1292 – 1383). Passò poi insieme a quelle di altri santi nelle disponibilità del nobile fiorentino Antonio di Pietro Torrigiani, per anni collaboratore dell’imperatore e che successivamente ne avrebbe venduta una parte all’ospedale di Santa Maria della Scala a Siena. Quelle rimaste, tra cui quella del Battista, furono donate nel 1394 dalla vedova Torrigiani, la veneziana Nicoletta Grioni, all’Arte di Calimala per il Battistero di Firenze, dove rimasero fino al 1700. Secondo l’Opera del Duomo la reliquia del Battista era sicuramente custodita in un suo reliquiario andato perduto nel XVI secolo, forse fuso o danneggiato dall’alluvione del 1557, e poi inserita nel Reliquiario di San Simeone Stilita del XIV -XV secolo insieme agli altri sacri frammenti. Nel 2019, l’Opera di Santa Maria del Fiore in seguito a una vasta campagna di restauri che ha interessato le opere del Museo dell’Opera del Duomo, ha affidato all’Opificio delle Pietre Dure il restauro delle oreficerie tra cui il Reliquiario di San Simeone Stilita. A conclusione del restauro, l’arcivescovo cardinale Giuseppe Betori ha chiesto all’Opera di poter prelevare la reliquia del Battista per poterla studiare e avere finalmente la certezza che si trattasse di quella del Santo patrono di Firenze, ricordata negli antichi documenti, come ipotizzato dal diacono Bicchi. La presenza delle iniziali del Santo, scritte in caratteri greci direttamente sull’osso con inchiostro nero, e una minuta iscrizione in greco antico incisa sul castone di argento dorato, posto al vertice della vertebra, con su scritto, tradotto in italiano: “Reliquia San Giovanni Precursore”, hanno confermato che si tratta proprio della reliquia del Battista giunta da Costantinopoli.  «Questo ritrovamento toglie dall’oblio e restituisce alla conoscenza e al culto dei fedeli della Chiesa cattolica una insigne reliquia del Battista – afferma Betori -, segnatamente alla venerazione dei fedeli appartenenti alle Chiese sorelle d’Oriente, che con entusiasmo visitano il Duomo e le altre chiese fiorentine per rendere omaggio alle numerose memorie della Chiesa indivisa e per ammirare le innumerevoli opere d’arte che la cultura cristiana nei secoli ha prodotto».