SIENA – “Era una giornata fantastica finita tragicamente male ma grazie alla sua tempra sta lottando”.

Il 19 giugno di un anno fa a pedalare a fianco di Alex Zanardi, pochi attimi prima del drammatico incidente che ha coinvolto il campione paralimpico, c’era Paolo Bianchini. I due sono amici da anni: un legame nato per amore di bicicletta. “Alex sta combattendo come un leone” fa sapere Bianchini, che per primo vide la handbike di Zanardi finire contro un camion che viaggiava in direzione opposta lungo la strada provinciale 146 a Pienza (Siena).

“Ero davanti a lui, ho sentito un grande rumore e ho visto una cosa che non avrei mai voluto vedere”, ricorda l’amico. Le condizioni di Zanardi, dopo quel terribile schianto, sono da subito gravissime. I primi soccorsi vengono prestati dal suo medico personale e dalla moglie Daniela al seguito della staffetta Tricolore che sta attraversando il Paese. Poi, l’arrivo dell’elisoccorso e la corsa in ospedale a Siena. L’equipe medica che lo prende in cura lo sottopone per quattro ore ad un intervento neurochirurgico e maxillo-facciale. L’Italia trattiene il fiato. Dopo essere stato stabilizzato, Zanardi subisce altri due interventi. A commuovere è anche il figlio Niccolò che sui social scrive: “Io questa mano non la lascio. Dai papà, anche oggi un piccolo passo in avanti” postando una foto della sua mano che tiene quella del padre nel letto di ospedale.

Il camion contro cui si è scontrato Alex Zanardi

Il 21 luglio Zanardi viene trasferito all’ospedale Valduce di Costa Masnaga (Lecco) prima che un’infezione lo costringa al San Raffaele di Milano. Viene nuovamente operato tra il 26 e il 27 luglio. Seguono altri cinque interventi al volto in poco più di un mese. Poi il 21 novembre arriva all’ospedale di Padova e infine dal 27 aprile al San Bortolo di Vicenza dove inizia la riabilitazione. Zanardi ha abituato i suoi tifosi e la sua famiglia a non mollare. Non lo fece neppure dopo l’incidente del 2001 in Germania, sul circuito del Lausitzring, che gli costò l’amputazione di entrambe le gambe. Da un anno c’è anche un’altra battaglia che si combatte. E’ quella giudiziaria, per l’incidente. Unico indagato per lesioni colpose il camionista per il quale la procura, dopo una perizia tecnica sulla handbike, sulle condizioni dell’asfalto e sulla dinamica dell’incidente e un supplemento di approfondimenti, ha richiesto l’archiviazione. La famiglia dell’ex pilota si oppone chiedendo nuovi accertamenti. “Il processo non si vuole fare” il commento del legale di casa Zanardi il 26 maggio scorso, giorno dell’udienza davanti al gip del tribunale di Siena che su quella richiesta di archiviazione si è riservato sulla decisione, attesa da allora.

Incidente Zanardi, il legale della famiglia: «Il processo non si vuole fare»

Intanto dal 28 al 30 giugno arriverà nelle nelle sale cinematografiche un docu-film: girato nei giorni dell’incidente, il film racconta la staffetta della onlus fondata dal campione. Invece dal 4 al 25 luglio, torna la staffetta Obiettivo Tricolore, nel segno di Zanardi, che, come hanno ricordato in occasione della presentazione Diego Gastaldi, Tiziano Monti e Laura Roccasalva, tra gli atleti paralimpici della staffetta, “ci ha insegnato a non mollare mai”.