FIRENZE – L’Associazione Vittime della Strage di Via dei Georgofili sulla scarcerazione di Giovanni Brusca, collaboratore di giustizia scarcerato ieri da Rebibbia dopo 25 anni dietro le sbarre, afferma in una nota che «il nostro giudizio si divide in due: umanamente ci sentiamo offesi, razionalmente sappiamo che è frutto della legge sui pentiti voluta da Falcone che ha permesso di conoscere la mafia e molte verità sulle stragi».
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L’Associazione infatti esprime «a livello umano, sorpresa e disappunto ma allo stesso tempo, a livello razionale, l’Associazione è altresì consapevole che ciò è frutto di una legge dello Stato voluta da Falcone per la lotta alla mafia, norma opportuna ed efficace che ha incentivato e favorito le collaborazioni giudiziarie, permettendo così ai collaboratori di giustizia di fornire un contributo essenziale all’accertamento della verità sulle stragi del 1992-1993». «Moralmente, da vittime, sapere della scarcerazione di un brutale assassino mafioso ci indigna – commenta il presidente dell’Associazione Luigi Dainelli – ma sappiamo bene anche che senza collaboratori non avremmo avuto a Firenze tre sentenze di condanna in tre processi per i vari organizzatori ed esecutori delle stragi 1993 tra cui la nostra di Via dei Georgofili»