FIRENZE – «Me & my little brother. Grazie di cuore alla splendida Firenze, al sindaco @dario_nardella, a @fondazionecure2children e a @giuliorosk per la splendida opera».
Così Bruno Astori, fratello dell’indimenticato capitano della Fiorentina Davide Astori comparso il 4 marzo 2018, a soli 31 anni, mentre era in ritiro con la Fiorentina a Udine sul suo profilo Instagram ringrazia Firenze davanti al murale che sarà inaugurato oggi in viale Canova realizzato da Giulio Rosk. Tra i presenti ci saranno il sindaco Dario Nardella, il presidente della Fondazione Cure2Children Onlus Cristina Cianchi e la famiglia di Davide Astori. Il progetto del murale e’ stato ideato dalla fondazione Cure2Children e dal Comune di Firenze per ricordare Astori e il suo impegno per i bambini. L’opera è stata realizzata grazie ad una campagna di crowdfunding e occupa una parete di 240 metri quadrati.
Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo ha voluto ringraziare Cure2Children per questa iniziativa ma, soprattutto, per lo straordinario lavoro a sostegno dei bambini che vivono nelle zone più sfortunate del pianeta. Poi ha ricordato le parole con cui Astori si avvicinò alla Associazione, una frase che è ora impressa proprio ai piedi del murale: “Dobbiamo far capire quello che Cure2Children fa, perché ogni bambino ha diritto di giocare la sua partita!”.
“Queste parole – ha aggiunto Mazzeo – dimostrano anche perché Astori non era semplicemente un giocatore o il capitano della Fiorentina, ma un esempio positivo di vita in un mondo, quello del calcio, che può essere un enorme amplificatore di comportamenti. A volte purtroppo lo è in negativo, con Davide lo era invece in positivo e mi piace pensare che continui a esserlo. Il mio auspicio è che questo murale non ricordi semplicemente il calciatore Astori, ma ricordi soprattutto l’uomo, il figlio, il padre, il marito perché la sua dimensione privata ha dimostrato di non essere assolutamente da meno rispetto a quella sul campo. E sarebbe bellissimo se tra 20 anni un bambino, passando qui davanti, potesse chiedere chi era Davide sentendosi raccontare la sua storia”.