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FIRENZE – Definire un piano di somministrazione anche per le persone più povere che altrimenti rischiano di rimanere escluse fino alla fine. A chiederlo Andrea Ceccherini, presidente del Coordinamento Misericordie dell’Area fiorentina.

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«Oltre alle fragilità fisica verso cui, giustamente, la Regione Toscana e il nostro Paese si stanno muovendo con la campagna di vaccinazione, esiste anche una fragilità sociale – spiega Ceccherini – . Ci sono persone senza una casa, migranti, richiedenti asilo, famiglie relegate ai margini della società. Per tutti loro il semplice gesto di fare una prenotazione online al vaccino è un passo lunghissimo e infattibile».

Dalle Misericordie «dialogo e azioni concrete sul territorio»

«Da parte nostra, le Misericordie fiorentine sono pronte ad aiutare in ogni modo per superare l’emergenza, supportando passo per passo le istituzioni e la politica, con dialogo e azioni concrete sul territorio. Proteggere prima di tutto gli anziani – aggiunge Ceccherini – è stato doveroso, perché sono le vite più in pericolo. Condividiamo anche la scelta di procedere con le somministrazioni per età anagrafica e fortunatamente adesso stanno venendo chiamate sempre più fasce di popolazione. La Regione e il Paese stanno facendo sforzi importanti per operare al meglio. Oggi riteniamo che sia importante iniziare a disegnare anche un piano per tutti coloro che non hanno un medico di famiglia, né accesso agli strumenti tecnologici e che sono tagliati fuori dalle comunicazioni del sistema sanitario. Spesso ci sono difficoltà di lingua, altre volte di accesso alle notizie o alle conoscenze informatiche. Sono persone però che, al pari di tutti gli altri, possono rimanere infettate dal Covid e avere conseguenze gravi sulla salute. Tra loro ci sono anziani. E al tempo stesso possono essere un veicolo del virus. Siamo certi che la Toscana saprà distinguersi come in passato. Il vaccino può e deve essere un messaggio positivo di ripartenza, non solo economica, ma anche sociale e di parità».