Spetta a “Santo Genet” della Compagnia della Fortezza per la drammaturgia e regia Armando Punzo il privilegio di aprire la Stagione di prosa del Verdi di Pisa il prossimo 8 (ore 21) e 9 novembre (ore 17). Dopo il primo studio presentato durante il Festival VolterraTeatro, i detenuti-attori continuano a studiare l’opera proponendo una performance compiuta presentata al pubblico attraverso linguaggi rivoluzionari. L’ispirazione deriva dal saggio che Jean Paul Sartre dedicò all’amico Jean Genet nel 1952, testo che contribuì a far nascere il mito dell’eccentrico scrittore francese.
La dura realtà del carcere si trasforma in luogo di bellezza e arte In scena Punzo dona nuova vita al santo Genet e alle sue avventure che lo vedono vestire i panni di vagabondo e avventuriero tra carcere, crimini, passioni politiche e slanci erotici creando una voluta confusione fra realtà e finzione e fra biografia e autobiografia. Quel che ne deriva è un colorato omaggio all’artista realizzato da uomini che hanno trasformato la dura realtà del carcere in un luogo di bellezza e arte. Gli attori diventano così la vera incarnazione del messaggio dell’opera di Genet: «la bruttezza è bellezza in riposo». Rivedere la Compagnia sul palco pisano è una sorta di tuffo nel passato: proprio al Verdi infatti nel dicembre 1993 i detenuti-attori uscirono per la prima volta fuori dal carcere proponendo al pubblico la loro versione di ‘Marat-Sade’. Da lì un grande percorso che in oltre 25 anni li ha portati a conquistare più volte il premio UBU e a segnare il nostro panorama teatrale.