GROSSETO – Lo shock da Covid-19 frena i programmi di assunzione delle imprese nel 2020, con un calo del 22,2% rispetto al 2019 (corrispondente ad oltre 3000 contratti di lavoro in meno, inclusi quelli stagionali e di collaborazione). Le imprese di maggiori dimensioni, anche nel 2020, sono risultate più attive nella ricerca di personale.
Sono queste alcune delle tendenze che emergono dal Rapporto sui fabbisogni occupazionali 2020 delle imprese dell’industria e dei servizi delle province di Grosseto e Livorno, contenente un approfondimento dei dati del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal che realizza un monitoraggio dei flussi di entrata nelle imprese e delle competenze richieste dal mercato del lavoro.
Secondo il report si registra una lieve flessione delle difficoltà di reperimento dei profili ricercati (22% contro il 22,8% del 2019). Tra le figure professionali a cui si associa, tuttavia, una maggior difficoltà di reperimento troviamo: operai specializzati in meccanica di precisione, stampa e artigianato artistico; Professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e produttivo; artigiani e operai specializzati in metalmeccanica ed elettronica.
La domanda di lavoro pianificata nel 2020 dalle imprese con dipendenti (pari a quasi 12mila unità) riflette dunque gli effetti della grave crisi pandemica, a cui le imprese hanno risposto introducendo cambiamenti difficilmente reversibili e innescando un’accelerazione anche in diversi aspetti della trasformazione digitale e green.
“I dati non sono dissimili da quelli nazionali – è il commento del presidente Riccardo Breda – ma sono veramente preoccupanti se consideriamo che le nostre province di Grosseto e Livorno erano già fragili prima della crisi innescata dall’emergenza Covid. Abbiamo perso migliaia di contratti di lavoro, e siamo ancora della bolla protettiva del blocco dei licenziamenti. A questo si aggiunge la difficoltà di reperimento delle professionalità che hanno le imprese più strutturate. Da sempre esiste uno scarto tra offerta e richiesta per le figure più specializzate, ulteriormente ampliato dall’accelerazione digitale intrapresa dalle imprese in questo momento, per cui esistono ampi margini di crescita per le figure formate nel digitale e nelle professioni green.
Tutto questo ci deve far riflettere sul domani, perché ci troveremo presto ad affrontare una situazione ancora più difficile, alla quale è essenziale rispondere al meglio.
Da tempo la Camera di Commercio ha investito nella formazione specializzata, sia direttamente che a livello regionale nel sistema camerale e in collaborazione con la Regione Toscana.
Ora è ancor più essenziale cogliere le opportunità del cambiamento in atto, investendo sulla formazione specializzata adeguata, agendo fuori dal percorso scolastico, per favorire non solo l’ingresso di questi giovani nel mondo del lavoro, ma attraverso di essi innovare profondamente anche il tessuto d’impresa.”
Più di 6 imprese su 10 nel 2020 hanno effettuato investimenti nei vari ambiti della trasformazione digitale. Molte imprese sono intervenute sul modello organizzativo aziendale soprattutto per favorire la ripresa delle attività ovvero adottando nuove regole per la sicurezza sanitaria dei lavoratori, l’uso di nuovi presidi e del risk management, nonché investendo in strumenti di lavoro agile. Una buona parte delle imprese ha operato per una modifica dei modelli di business, puntando principalmente sul Digital marketing (utilizzo di canali/strumenti digitali per la promozione e vendita dei prodotti/servizi). Quanto agli aspetti tecnologici gli investimenti sono stati orientati prevalentemente sulla sicurezza informatica e su internet alta velocità, cloud, mobile e big data analytics.
Saranno quindi proprio le competenze digitali, richieste al 46% dei profili ricercati nel 2020, uno dei principali driver su cui faranno leva le imprese per gestire la fase di recupero che si aprirà nei prossimi mesi. Mentre per oltre 8 posizioni di lavoro su 10 sono state richieste competenze green che costituiscono un altro fattore strategico di competitività a livello trasversale.
Per affrontare la complessità delle sfide in atto le imprese puntano su figure dotate di maggiori competenze trasversali, comunicative, tecnologiche e green, ma anche di esperienza, richiesta nel 65% dei casi.
Da quest’anno l’indagine Excelsior monitora più specificatamente il fabbisogno di titoli ITS (Istituto Tecnico Superiore) insieme agli altri titoli di studio. Per il 2020 la domanda espressa dalle imprese maremmane per questa tipologia di titolo di istruzione equivale all’1,3% del totale entrate previste nel 2020, quota significativamente al di sotto della media regionale e nazionale. Per questo livello di istruzione si registra la più alta difficoltà di reperimento da parte delle imprese grossetane (e non solo) tanto che la quota di irreperibili sul totale è risultata pari al 48,4%. Da notare come l’indirizzo di studio più segnalato dalle imprese per questo livello di istruzione è quello denominato “Mobilità sostenibile”.