“Non è un elenco della spesa”. Si chiama così ed è il dossier di Uncem, Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli enti montani, che riunisce in 180 pagine le proposte per rendere i territori e la montagna più green, sostenibili e intelligenti, grazie al Next Generation EU e alle risorse della nuova programmazione comunitaria.

Un documento in sintonia con i piani, già varati, da Francia e Spagna, che dedicano 5 e 10 miliardi dei loro quadri finanziari ai territori e alla montagna, per contrastare abbandono e spopolamento.

Il dossier Uncem

Uncem nel documento sottolinea al Governo, al Parlamento, agli Eurodeputati le urgenze nate anche dal lavoro svolto negli Stati generali della montagna, avviati nel luglio 2019 a Roma e proseguiti sino a luglio 2020 in diverse tappe di incontro e dialogo con i territori e tutti gli stakeholder, pubblici e privati. Si uniscono le sfide emerse con la pandemia, che si sommano a quelle della crisi economica e climatica. Strategia delle green communities, cura e manutenzione dei territori, Strategia per la Montagna e le aree interne, filiere agricole e forestali, borghi vivi e turismo, digitalizzazione, riforme e riorganizzazione, scuole e formazione, trasporti e infrastrutture, sanità e assistenza sono le dieci azioni chiave proposte da Uncem.

“A differenza di altre organizzazioni, Uncem non ha mai fatto richieste di percentuali di risorse del Recovery Plan per questo o quel progetto. Non facciamo elenchi della spesa, elenchi di progetti come tutti stanno facendo – spiegano i Vicepresidenti Francesco Benedetti, Vincenzo Luciano, Flavio Cerea – Facciamo nel dossier una serie di considerazioni che sono attualissime oggi. Poniamo la ‘questione territoriale’.  Perché non vi è solo una sperequazione nord-sud, la ‘questione meridionale’, una donna-uomo, la ‘questione femminile’, una giovani-adulti, la questione generazionale’.

Le geografie, gli spazi, i luoghi, non vanno tralasciati quale elemento centrale per la riduzione delle sperequazioni territoriali, di genere, economiche, sociali, e delle disuguaglianze. Spagna e Francia già lo hanno messo nei loro Piani. Facciamolo anche noi in perfetta sintonia e sinergia”.

“Sappiamo che alle polarizzazioni Nord-Sud, si unisce lo scarto tra aree urbane e montane, che le risorse europee dovranno colmare. Nelle Alpi e negli Appennini, investire fondi e programmare azioni specifiche sugli assi della sostenibilità e dell’innovazione, genera coesione. Generare crescita nei territori rurali e montani va a vantaggio di tutti. La transizione green del Paese si fa solo coinvolgendo i territori, le aree montane del Paese, gli Enti locali – aggiunge il Presidente Marco Bussone – I nostri territori sono già nella transizione ecologica. E vanno supportati. L’innovazione è il punto di partenza per la coesione l’unità del Paese. Per essere smart. E green.  La Commissione Europea chiede a tutti gli Stati di dire come tutte le misure che verranno individuate  nei PNRR contribuiscono a rendere i Paesi più green e più smart. Non solo quelle specifiche componenti. Ma tutte le misure. Uncem ci crede e chiede venga percorsa questa strada, inclusiva e unica possibile. Il Piano nazionale Ripresa e Resilienza riparta dai territori”.