Nel 2012 dalle ceneri della vecchia Fonderia Bastanzetti nasceva la Casa dell’Energia: oltre 2mila metri quadrati di architettura ecosostenibile per recuperare gli spazi – ormai caduti nel degrado totale –  della più antica fabbrica della città di Arezzo, aperta nel lontano 1889. Degli originari splendori e della vita brulicante che animava quei luoghi, oggi non c’è nemmeno l’ombra. Sì perché malgrado il restauro, costato una fortuna e il progetto iniziale di riconversione degli spazi a «punto di riferimento di livello nazionale per le eccellenze tecnologiche e luogo di studio e d’informazione su risparmio energetico e fonti rinnovabili», oggi il luogo appare deserto, eccezione fatta per  qualche mostra e convegno. In questi giorni per esempio,  dopo lunghi mesi di silenzio e spazi vuoti, la ex fonderia  ospita – fino a sabato 18  ottobre –  la mostra sui terremoti dell’Osservatorio sismologico di Arezzo. Un po’ poco per un investimento di 2milioni di euro.

Grandi entusiasti e grandi delusi.  «Si tratta di un intervento di grande qualità per Arezzo,  uno spazio che potrà ospitare tanti eventi e dare una risposta alle richieste dei giovani che qui troveranno un’area idonea per molte iniziative pubbliche». Questo dichiarava il 20 dicembre 2012 all’inaugurazione della Casa dell’Energia l’ex sindaco Fanfani, nata dall’accordo del 4 marzo 2009 firmato dall’allora Sindaco Fanfani e dall’ex Presidente Coingas Alberto Ciolfi, (oggi sindaco di Capolona, roccaforte del Pd in provincia di Arezzo). Questa la struttura che per costi e disuso, rischia di suscitare dubbi e malcontento tra i cittadini. E l’opposizione va all’attacco.

«È costata 2 milioni di euro e nessuno sa ancora veramente a cosa serve» ha tuonato il consigliere comunale Fi-Pdl Roberto Bardelli, con un’interrogazione. «Non sto criticando il recupero e il riutilizzo delle ex fonderie Bastanzetti, che era doveroso, ma semplicemente l’idea di Casa dell’Energia che nessuno ha capito veramente cosa sia.  Se passate da quelle parti vedrete il cancello perennemente chiuso, aperto solo per qualche conferenza o iniziativa della Giunta che si ritrova fra le mani questa struttura e non sa che farsene. Attenzione: visto che sono stati utilizzati i soldi del Piuss, qualcuno dovrà tenerne conto: l’Europa vuole cose fatte secondo le sue regole, altrimenti ritira pure i contributi concessi. E la domanda che assilla costantemente i nostri amministratori è solo una: e ora… che farsene?”.

La Giunta  comunale risponde. «La Casa dell’Energia è un’opera Piuss di proprietà del Comune che ha riqualificato l’area dove si trovavano in degrado le ex fonderie Bastanzetti in pieno centro città – ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Franco Dringoli – era un grande cancro nel centro, una selva di immondizia, detriti, mura pericolanti, topi, amianto e piante altissime. E facendo i lavori sono anche stati scoperti materiali pericolosi, perciò bonificati. C’è stato un recupero ambientale oltre che delle mura. Il Piuss l’ha finanziato al 50%. Quindi i fondi europei hanno coperto 1 milione di euro, 625mila euro le ha messe Coingas, la differenza 400mila euro era a carico del Comune. È stato così recuperato uno spazio urbano all’ingresso della città».

Il Comune e la gestione a terzi Dal 2012 il consiglio comunale ha approvato l’affidamento in concessione della gestione tecnico-funzionale della Casa dell’energia e dell’Urban center. Ma è lo stesso Comune ad ammettere oggi che l’area per il momento è sotto utilizzata. «In questa fase il Comune ha gestito direttamente la ex Bastanzetti, organizzando mostre e convegni – ha detto Dringoli – è chiaro però che potrebbe essere utilizzata di più. Ecco perché puntiamo a darla in gestione a terzi. Si tratta di un centro polifunzionale e luogo per lo sviluppo delle politiche di innovazione energetica. Ci rivolgiamo con il nostro bando a imprese, scuole e cittadini, qui è prevista una sala convegni, spazi espositivi, uffici e un bar. Abbiamo fatto un bando per la gestione al quale hanno partecipato Estra, Fabbrica del Sole e Cooperativa al Plurale, senza però tradurre l’offerta in qualcosa di concreto. Rifaremo la gara coinvolgendo anche tutte le scuole, vista la posizione strategica della Casa dell’Energia». In attesa del nuovo incarico per la gestione degli spazi, quello della ex Fonderia Bastanzetti, dove da anni non vengono forgiate più le famose campane di bronzo, è già diventato un nuovo terreno di scontro cittadino.