foto Ansa
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La Maremma flagellata dal maltempo non ha pace. Nel “day after” gli animi sono sgomenti e la confusione regna sovrana insieme ai cumuli di fango e detriti che hanno invaso la zona di Albegna, Manciano e Saturnia dove l’esondazione del torrente Elsa ha portato anche alla morte di due sorelle, Marisa e Graziella Carletti, rimaste intrappolate nella loro auto.

La disperazione delle persone Gruppi Saf dei Vigili del Fuoco, cioè la specializzazione che comprende il soccorso fluviale, stanno setacciando l’ampia area colpita dalla violenza del maltempo tra Manciano ed Orbetello. Obiettivo: verificare compiutamente che nessun’altra persona sia rimasta vittima della bomba d’acqua precipitata ieri. I vigili del fuoco hanno attivato anche ispezioni aeree in elicottero. «Avevamo rimesso a posto le nostre case, speravamo che non ricapitasse mai più quello che è successo nel 2012. Ma anche ieri le nostre abitazioni sono state di nuovo alluvionate. Dobbiamo buttare via ancora i mobili, gli arredi. E siamo ancora a spalare fango». Così nel borgo di Marsiliana, accanto al fiume Albegna, per tutta la mattina gli abitanti hanno continuato a protestare per il nuovo disagio causato dal maltempo. Le informazioni vengono raccolte durante fugaci puntate al circolo e nei pochi negozi delle persone alluvionate che stanno lavorando nelle loro case per pulirle da detriti e fango. Preoccupazione per il meteo delle ore che verranno e disperazione hanno preso ormai il sopravvento.

Rabbia e primi interventi «Peggio del 2012». È stato questo il primo commento del sindaco di Manciano Marco Galli dopo una prima conta dei danni. «Avevamo un allerta per 40-80 millmetri di pioggia e ne sono caduti 200 – commenta amaro il primo cittadino. È un disastro, abbiamo strade inagibili e impraticabili, ponti franati, le campagne completamente sott’acqua. Marsiliana e Saturnia le più colpite. E soprattutto abbiamo due morti». L’assessore della Regione Toscana all’ambiente Anna Rita Bramerini si è recata nei luoghi alluvionati ed ha sorvolato le zone colpite dalla piena con l’elicottero della Protezione civile per rendersi conto di persona dell’accaduto. Per tutta la giornata l’assessore sarà sul posto facendo base nella sede della Protezione civile e avrà una serie di incontri con gli amministratori locali. Ed anche con il presidente del Consorzio di bonifica Toscana Sud, ente oggetto di una forte invettiva da parte del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Rossi vs il Consorzio di bonifica «L’Albegna crea problemi ancora una volta in Maremma – ha tuonato dal suo profilo Facebook Rossi -. In quella zona sono già stati fatti molti interventi, finanziati dalla regione Toscana con il piano da 100 milioni del dicembre 2012. A luglio di quest’anno ho diffidato il Consorzio di Bonifica della Toscana Sud perchè in ritardo di un anno sulla progettazione esecutiva di un argine remoto sul fiume Albegna, per una spesa di oltre quasi 5 milioni nel comune di Manciano dove al momento ci sono allagamenti che potevano essere evitati. Ho già commissariato quel Consorzio per i ritardi per la cassa di espansione sul fiume Bruna per tre milioni e mezzo di euro nel comune di Gavorrano. Sono ritardi ingiustificabili per un ente a cui spetta di intervenire per la sicurezza idraulica». Critiche pesanti quelle di Rossi, rispedite al mittente da parte del presidente del Consorzio di bonifica della Toscana del sud Fabio Bellacchi. «Sono stato eletto il 28 marzo 2014 e quindi non posso rispondere delle precedenti gestioni – premette Bellacchi -, ma con questo non intendo sottrarmi dalle responsabilità: ho ricevuto una lettera dalla Regione Toscana l’11 agosto scorso in cui si intimava di realizzare il progetto per l’argine remoto sul fiume Albegna. Il progetto è stato fatto e approvato il 30 settembre, ora manca quello definitivo e contiamo di compiere l’appalto dei lavori a marzo 2015. Quello che mi è stato chiesto, io l’ho fatto. Detto questo – puntualizza ancora Bellacchi – anche se avessimo realizzato l’argine remoto sul fiume Albegna non avremmo evitato la tragedia di ieri sera con la morte delle due sorelle: l’Elsa, che è un affluente dell’Albegna, si trova a quasi 10 chilometri più a nord e non c’entra nulla con quei lavori». La soluzione, rileva ancora il presidente del Consorzio, può arrivare solo «con la realizzazione di grandi laghi per invasare l’acqua». Il Consorzio di bonifica della Toscana del sud conta 80 dipendenti, molti dei quali – spiega il presidente – impegnati sul campo per il antenimento del suolo. «Ieri sera – osserva – eravamo sul posto ma quando la strada si blocca per l’acqua alta non è più possibile fare niente». «Dal novembre 2012, quando c’è stato l’altra alluvione, la Regione Toscana nell’arco di due anni ha stanziato 21 milioni, ne ha spesi una buona parte ed entro il 2015 avrà sostanzialmente modificato la situazione in quella zona». Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi facendo il punto sui lavori ed insistendo nella necessità che il Consorzio di bonifica della Toscana del sud faccia la sua parte. «Nel dicembre 2012 – ha ricordato Rossi – abbiamo stanziato 10 milioni di euro e ne sono stati spesi 5 con interventi che hanno dato un buon esito, consolidando e ricostruendo gli argini, un ritardo è stato accumulato per la realizzazione di un argine remoto a causa di difficoltà di progettazione e anche per le discussioni a livello locale, per questo noi avevamo sollecitato il Consorzio di bonifica a fare rapidamente la progettazione. Se questo argine remoto fosse stato fatto, con un finanziamento da noi erogato per 4,7 milioni, i danni sarebbero stati ancora più limitati. Alla fine del 2013 – ha ricordato ancora il governatore -, sono stati stanziati altri 10 milioni di euro per l’assetto idraulico del fiume Albinia: è stato dato mandato al Consorzio di realizzare il progetto per il Magione per un importo di 1,2 milione, mentre il genio civile della Regione Toscana dovrà progettare le casse di espansione di Campo Regio intorno all’Albinia; per entrambe le opere la progettazione dovrà concludersi entro il 2014 e andare in appalto nel 2015».

Aperta un’inchiesta Intanto la procura di Grosseto ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo dopo la morte di Marisa e Graziella Carletti, le due anziane sorelle morte nella loro auto trascinata via della piena del fosso Sgrilla, vicino a Sgrillozzo. «Stiamo lavorando a 360 gradi – ha detto il Procuratore Francesco Verusio – per capire bene le responsabilità su cosa non è stato fatto». Il riferimento sarebbe in particolare ai lavori e alle opere previste per la sicurezza del territorio dal punto di visto idrogeologico e all’impiego dei fondi stanziati per gli interventi. Il Sostituto Procuratore che si occupa dell’inchiesta è Maria Navarro. Le salme delle due donne sono tuttora a disposizione dell’Autorità giudiziaria all’obitorio dell’ospedale di Orbetello in attesa che venga disposta l’autopsia. «Il disastro causato nella Maremma grossetana dal maltempo nel 2012 fu un evento imprevedibile, ma oggi no, la situazione è diversa», ha aggiunto Verusio spiegando perché la Procura ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla morte dei tre dipendenti Enel che morirono dopo che la loro auto precipitò nella voragine apertasi nel ponte di Sant’Andrea, sul fiume Albegna, il 12 novembre 2012. Una tragedia a pochi chilometri di distanza da quella consumatasi ieri.

L’alluvione nel grossetano «Ci avevano comunicato un’allerta meteo moderata, da 40-80 mm al massimo, e che sarebbe finita intorno alle 18. Invece la pioggia ha continuato e si è abbattuta con maggiore violenza». Un’ondata di rabbia di rabbia accompagna le parole del sindaco di Manciano Marco Galli, uno dei territori più colpiti dall’alluvione che si è abbattuta in Maremma e che ha causato le due vittime in località Sgrillozzo. Il maltempo, con il suo carico di fango e detriti, ha spezzato la vita di due sorelle, di 65 e 69 anni, Marisa e Graziella Carletti, una residente a Roma e l’altra nella stessa Manciano. L’auto su cui viaggiavano è stata travolta dalle acque del torrente Elsa esondato a causa del maltempo nella zona fra Albinia e Manciano. I corpi sono stati recuperati dai sommozzatori dei vigili del fuoco che sono ora alla ricerca di eventuali altre auto coinvolte. L’auto, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stata travolta da altre vetture durante l’esondazione del torrente Elsa.

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Rodolfo Cetoloni

E stamani interviene anche il Vescovo di Grosseto, Rodolfo Cetoloni, che in una nota rivolta agli amministratori pubblici invita alla “coesione, senso di comunità e di appartenenza. Ambiti e obiettivi che toccano tutti coloro che rivestono responsabilità pubbliche e istituzionali in questa terra di Maremma, ancora una volta provata da eventi dolorosi”.

Intervento integrale del Vescovo Rodolfo Cetoloni

A pochi chilometri da un’altra tragedia Ci sono pochi chilometri di distanza – è lo stesso bacino idrografico del fiume Albegna e del Fiora – tra il luogo dove stasera sono morte due anziane nella loro auto travolta dall’esondazione del torrente Elsa, in Maremma, e il ponte di Sant’Andrea che il 12 novembre 2012, in analoghe condizioni meteo, crollò sul fiume Albegna, causando la morte di tre dipendenti dell’Enel che tornavano a casa in auto. Il torrente Elsa ha la sorgente a circa 300 metri di quota e poi scorre sul lato sinistro dell’Albegna dove vi si immette presso località Marsiliana e lo stesso ‘onte di Sant’Andrea. Le due anziane morte sarebbero state recuperate a circa una decina di chilometri a monte di Marsiliana. Per precauzione lo stesso ponte di Sant’Andrea sul fiume Albegna è stato chiuso al traffico. Il ponte è stato chiuso perché il fiume è salito di oltre 5 metri. Sulla vicenda del 2012, prima della nuova tragedia di Sgrillozzo,  i legali dei parenti delle tre vittime avevano annunciato la loro opposizione alla richiesta di archiviazione delle indagini, da parte della Procura, sulla morte dei tre dipendenti Enel. Gli avvocati Laura Pacenti, Paolo Serra e Felice Guardavaccaro hanno rilevato che «nessuno aveva impedito il transito sulla provinciale 94».

Il punto della situazione Dopo la morte delle due donne si è riunita a Grosseto l’unità di crisi nella sala operativa di piazza Martiri d’Istia per coordinare tutti gli interventi necessari per fronteggiare l’ondata di maltempo. L’emergenza è scattata verso le 16.30 quando sono intervenute le prime unità dei vigili del fuoco, tutte le forze dell’ordine presenti nel territorio, insieme agli addetti e ai mezzi della protezione civile dei Comuni, del Consorzio di Bonifica e della Provincia di Grosseto. I vigili del Fuoco hanno evacuato con l’elicottero 27 persone. Nelle operazioni sono stati impiegati dai quattro gommoni, un mezzo anfibio, un hovercraft. Allestita un’unità di crisi sul posto oltre ai vari mezzi logistici e di intervento. «La situazione meteo nel sud della provincia di Grosseto è in lento e progressivo miglioramento», ha riferito in un comunicato la Provincia di Grosseto. Il nubifragio, conferma la nota, ha colpito l’area tra Manciano, Saturnia (dove il fango ha invaso anche le locali terme) e Marsiliana, nei comuni di Manciano, Magliano in Toscana e Orbetello. I pluviometri di Marsiliana, Semproniano e Sorano hanno registrato cumulati fino a 120-130 mm in due ore con intensità massime orarie fino a 50-60 mm.