bla-bla-blaTre saranno le domande della giuria internazionale su cui Siena si giocherà venerdì la vittoria o la sconfitta in quella partita di capitale europea della cultura nella quale hanno scommesso enti pubblici e privati e in cui i cittadini si sono divisi tra sostegno e diniego. Ne avete bisogno? Vincete per voi o per l’Europa? Siete in grado di mantenere le promesse? Le risposte sposteranno l’ago della bilancia verso la vittoria o verso la sconfitta. Non ci saranno secondi o terzi classificati ma un vincitore e cinque sconfitti. Non resta che attendere le 17,30 di venerdì. Ma una sconfitta non sarebbe una vittoria come la cultura non è la politica. Alle 18 tra le lacrime, di gioia o di dispiacere, dei tanti ragazzi che hanno lavorato per dar gambe alle idee, risparmiateci i «come da pronostico» o «abbiamo vinto lo stesso». Sono frasi e luoghi comuni che risuonano nell’alveo dove scorre il tipico fiume di parole delle elezioni politiche; non lasciate che inquinino l’oceano, profondo sì di valori, della cultura.