Pisa celebra il maestro (livornese) del Novecento Modigliani con una mostra di rilevanza internazionale, “Amedeo Modigliani et ses amis”. L’evento è di straordinaria importanza, riunendo oltre cento opere del maestro tra pitture, sculture e disegni. Questi capolavori – provenienti dalle collezioni del Centre Pompidou e dal Museo dell’Orangerie di Parigi, dalla collezione Jean Walter et Paul Guillaume e da numerose collezioni private italiane e francesi – saranno esposti nelle sale del Palazzo Blu a partire dal 3 ottobre sino al 15 febbraio 2015. La grande retrospettiva, a cura di Jean Michel Bouhours, studioso di Modigliani e curatore del dipartimento delle collezioni moderne del Centre Pompidou, si propone di ripercorrere in sette sezioni l’evoluzione artistica del maestro, dalla formazione a Livorno fino al suo trasferimento a Parigi, la capitale di allora della cultura avanguardista, dove conobbe i Fauves e visse tra le influenze del Cubismo e di Cèzanne, lavorando con gli amici Marc Chagall, Max Jacob, Georges Braque e Jean Cocteau.
Modì geniale e trasgressivo rivive a Pisa L’artista Modigliani, il dissoluto, il solitario, il bellissimo e maledetto dandy dai tanti amori, l’incompreso che si rifugia nel vino e nell’assenzio, si svela qui grazie alle tante opere esposte, sue e degli artisti suoi contemporanei, compagni di avventure a Montparnasse: Chaim Soutine, Pablo Picasso, Marc Chagall, Fernand Leger, Maurice Utrillo, Suzanne Valadon, André Derain, Raoul Dufy, Juan Gris e Gino Severini. Per comprendere tutta la complessità dell’artista non potevano mancare le sculture di Modigliani e dell’amico rumeno Constantin Brancusi, e una serie di foto scattate da Brancusi stesso. «Era un aristocratico nato. Ne aveva lo stile e i gusti. – amava dire di lui il poeta Max Jacob – Era uno dei paradossi della sua vita: lui che amava la ricchezza, il lusso, i bei vestiti, la generosità, viveva in povertà, se non in miseria. Il fatto è che aveva una passione esclusivamente per la sua arte».
L’amore per le donne e l’irrequieta ricerca estetica Una vita vissuta “a regola d’arte” quella di Modigliani, da vero bohèmien, memorabile tombeur de femmes dall’esistenza breve ma intensa, drammatica e artisticamente ascritta alla cosiddetta Scuola di Parigi. Inserito in quel manipolo di artisti per lo più di origine ebraica i quali, discriminati nei loro paesi d’origine, si riunirono a Parigi, la “Città aureolata degli audaci”. Modigliani lavorò al fianco di tanti di loro, reticente verso l’astrattismo più spregiudicato di avanguardie come Cubismo, Futurismo, Dada e Surrealismo, preferendo sperimentare la modernità pittorica entro i parametri figurativi. Sopravvisse sempre in lui un convinto spirito di indipendenza.
Il Rimbaud della pittura Modigliani, spinto a prendere ispirazione dal sistema cromatico di Cèzanne, volto a superare le regole della somiglianza di stampo realistico, aspira a cogliere e rappresentare il fondo dell’anima dei soggetti delle sue opere, come accade nel Ritratto di Maurice Drouard e ne La Mediante. In mostra anche opere della gioventù in Toscana dove l’influenza dello stile dei Macchiaioli è evidente, come in Piccola strada di campagna che rappresenta un paesaggio al crepuscolo con una strada nei pressi di Salviano.
La scultura tra avanguardia e classicità Esposte a Pisa diverse sculture, testimonianza dell’amore di Modigliani per la sperimentazione e il taglio diretto piuttosto che per la modellazione. Le sue teste dalle forme allungate, dagli interminabili colli ed occhi scuri privi di pupille, mantengono una postura ieratica e risentono delle influenze provenienti dalle culture antiche, dall’arte egiziana che Modigliani aveva scoperto al Louvre, da quella delle Cicladi o dei primitivi iberici.
30esimo anniversario della “beffa di livorno” Ironia della sorte, o degli organizzatori pisani, la mostra cade nel trentesimo anniversario della “beffa di Livorno”, quando tre studenti realizzarono con un trapano tre false teste di Modì, gettandole nel Fosso reale dove furono poi ritrovate e attribuite dal gotha degli storici dell’arte dell’epoca a Modigliani. In occasione della grande retrospettiva a Palazzo Blu e in concomitanza con questa, le tre teste saranno esposte presso il Museo Nazionale di San Matteo nella mostra intitolata “Falsi Modigliani” a cura di Paola Raffaella David. Beffa a parte, il vero Amedeo Modigliani torna in Toscana e lo fa da assoluto protagonista.