C’è un meraviglioso fotomontaggio che gira sul web e che ritrae un selfie che si sono fatti la scorsa estate Giuseppe Rossi e Mario Gomez allo stadio ‘La Bombonera’ di Buenos Aires, durante la tournèe in Sudamerica della Fiorentina. Solo che con un fotomontaggio alle spalle dei ragazzi nativi a Teaneck e Riedling c’è adesso l’ospedale di Careggi. Quella foto estiva sembrava l’inizio di una rinascita, tanta voglia di dire: «Eccoci, siamo qui». Contro tutto e tutti poteva apparire come la necessità di fare coppia, a dispetto della sfortuna che aveva impedito alle due punte gigliate, costate al club complessivamente 40 milioni di euro, di giocare insieme. Ed invece prima uno, Pepito, poi l’altro, Supermario, fuori per l’ennesima volta per infortunio, in un prolungamento di ciò che è stato visto a Firenze nella stagione 2013-2014.
In attesa di una magia per la gara contro il Toro E così Vincenzo Montella ha dovuto ricostruire la sua squadra, ancora senza le sue stelle principali, con gli attori non protagonisti offensivi che cambiano, da Iakovenko-El Hamdaoui-Matos, a Babacar-Bernardeschi-Ilicic, ma privo di esperienza in zona offensiva tale da rendere la Fiorentina certa di essere incidente negli ultimi venti metri. Può darsi che un giorno Giuseppe Rossi e Mario Gomez decidano di visitare lo stadio ‘Olimpico’ di Torino da turisti. Come è accaduto nel gennaio scorso, anche in questo campionato sicuramente non ci andranno da calciatori. E se otto mesi fa Montella dovette inventarsi il tridente Ilicic-Joaquin-Cuadrado, chissà quale magia dovrà fare stavolta il tecnico gigliato per spaventare la rosa guidata da Giampiero Ventura, anche lui alle prese con una certa astinenza da gol visto che nell’ultima campagna acquisti gli hanno venduto 40 gol fra Immobile e Cerci.
La Fiorentina blinda i suoi gioielli Nel frattempo proprio per non perdere altre reti in vista dell’anno prossimo, nel club gigliato si pensa a blindare Juan Gulliermo Cuadrado, top player trattenuto nell’ultima campagna acquisti estivi, ma anche El Khouma Babacar, scadenza giugno 2015, ovvero fra tre mesi libero di prendere accordi con un’altra società e liberarsi a parametro zero. Situazione che riguarda anche Aquilani e Neto, non certo due comprimari della rosa capitanata da Manuel Pasqual, con quest’ultimo che avrà il rinnovo automatico solo al raggiungimento di un certo numero di presenze quest’anno. Insomma si balla sulle punte delle penne anche da scrivere, ma questo è un discorso che riguarda i dirigenti, che devono pensare a fare gol dalle loro scrivanie (a proposito, il d.s. Pradè ha il contratto in scadenza fra 9 mesi…).