festinoFestini a luci rosse, vip, giovani e belle ragazze compiacenti. Fa sempre notizia ma non è mica una novità. In tante città. Molti politici ne sanno qualcosa. Solo che ai festini scoperti ora a Siena spuntava la cocaina e il bengodi è finito con l’arresto per spaccio di droga, di un noto ristoratore che gestisce un locale nel cuore di Monteriggioni. Lui si difende dicendo che la droga non era sua, che le feste non si tenevano nel locale ma a casa sua ed erano private. E che il conto era alla romana, cioè ognuno metteva la propria parte.

Ma ora il balocco della città è comunque quello di scoprire, col passa parola parola e il pettegolezzo, chi fossero quei vip che partecipavano ai festini. Pronti alla censura perbenista in pubblico, e all’invidia livorosa in privato. Il beninformato sussurra: “C’era quello e c’era quella. C’andava mezza Siena”. E  ammicca facendoti capire che anche lui, il beninformato, una sera d’inverno non disdegnò. Perchè la carne è debole. In provincia è così, ma è strano che la città si risvegli dal torpore per questi festini alla casareccia, anche se tra vip, solo ora.

Nessun sommovimento per approfondire gli eventuali coinvolgimenti vippistici, ci fu, poco tempo fa, quando un ex assessore comunale, Pierpaolo Fiorenzani, tuonò in pubblico contro “gli orgiastici e pervertiti” – queste le sue parole – che avevano portato la città alla rovina. Ed era l’assemblea pubblica del Monte dei Paschi del luglio 2013, quella dell’eliminazione del tetto del 4%, non una riunione di condominio. Forse perchè c’è un libertinaggio dei vip da leggere in modo diverso: se si annusa che, probabilmente, trattasi di vip potenti e intrallazzatori di alto bordo, allora si fa finta di nulla. Ci si limita al pettegolezzo pruriginoso. Perchè non si sa mai, si può sempre aver bisogno. Se invece si suppone che al festino, accanto a bisognose e avvenenti ragazze esterofile, ci siano solo professionisti e industrialotti di media tacca, allora si fa la caccia ai nomi, sussurrandoli di parrucchiere in parrucchiere, di bar in bar.

A scrivere di orge e cocaina, con potenti del Monte coinvolti  e perfino complici di un finale noir, è stato Raffale Ascheri, nel suo “Mps connection”. Ma è appunto un romanzo, una finzione in tutto e per tutto. La realtà, quella dei festini a luci rosse nel circondario di Monteriggioni, è probabilmente molto meno carica di suggestioni. Vale solo a ravvivare l’ipocrisia che si annida sotto la cenere di ogni provincia. E a Siena serve anche a parlare d’altro. Come tradizione.