Per anni avrebbero gestito consistenti profitti illeciti, un sistema di malaffare all’Ufficio del Patrimonio del Comune di Livorno creando una fitta trama di rapporti illeciti con imprenditori e vari operatori del settore immobiliare.

Per questo sono stati arrestati ai domiciliari con braccialetto elettronico con l’accusa di corruzione e abuso di ufficio l’ex responsabile dell’ufficio patrimonio del Comune, un geometra che vi ha lavorato fino a oggi, se pur con altro incarico, e un operatore immobiliare considerato dagli inquirenti suo “socio in affari” di fatto.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Livorno e condotta da Squadra Mobile e Polizia municipale, ha portato anche a otto misure interdittive nei confronti di altri imprenditori e professionisti. Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari effettuate perquisizioni.

L’ex responsabile dell’ufficio patrimonio del Comune è stato anche sospeso dall’esercizio di pubblico ufficio mentre all’altro è stata applicata dal giudice l’interruzione di esercitare attività professionale per 12 mesi. Nei confronti di altri otto indagati (tra cui un architetto al quale è stata interdetta la professione per 12 mesi) il Gip ha emesso misure interdettive temporanee dall’esercizio della professione.

Meccanismo di corruzione tra imprenditori e operatori del settore immobiliare

L’indagine avviata due anni fa ha permesso di accertare come all’ufficio tecnico comunale si fosse innestato un meccanismo di corruzione tra imprenditori e operatori del settore immobiliare col funzionario arrestato, finalizzato alla realizzazione di interessi privati in cambio di consistenti utilità economiche, con grave danno all’interesse pubblico. Secondo l’indagine, il funzionario, che curava il delicato settore della stima dei canoni concessori degli immobili comunali e il loro valore di mercato, avrebbe esercitato abusivamente anche l’attività di geometra in favore di imprenditori e operatori immobiliari che avrebbe favorito in procedimenti amministrativi di sua competenza (ma anche in quelli di altri funzionari o dirigenti comunali) dietro compensi che percepiva sia di persona che tramite professionisti compiacenti utilizzati come prestanome. Il tutto per far fronte a debiti consistenti dovuti al suo elevato tenore di vita, come dimostrerebbero le indagini patrimoniali effettuate dalla Polizia nel corso degli accertamenti.