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«Ogni giorno scopriamo che la Toscana potrebbe seriamente finire in zona rossa. In altre parole, una chiusura massiccia d’imprese e negozi. Un rischio tremendo, che però riteniamo venga trattato dalla politica con troppa leggerezza. Non sappiamo ancora se la prossima settimana potremo lavorare oppure no».

Così Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Firenze. «Ancora oggi, dopo un anno di pandemia, viene disposto lo stop delle attività in 24 ore, per altro facendo spesso affidamento a dati vecchi di dieci giorni. Bloccare l’economia a marzo 2020 era sembrato il gesto della disperazione. Adesso è diventata quasi una normalità. Ma nonostante la situazione di emergenza, questa non può essere la normalità. Viviamo da mesi un valzer delle restrizioni, che purtroppo sono date ancora senza il giusto preavviso. In queste condizioni diventa infattibile lavorare. Serve un cambio di metodo».

Richiesta di maggior confronto e ascolto

«Quale impresa – prosegue Sorani – ha il coraggio di richiamare i dipendenti dalla cassa integrazione se dopo tre giorni deve rimandarli a casa? Come possiamo ordinare le merci o anche solo incentivare a venire nei negozi ad acquistare se non conosciamo una data di apertura? In tanti preferiscono restare chiusi. Basta fare un giro per le strade del centro storico di Firenze per vedere la moria di attività. Chiediamo alla Regione e al Governo maggior confronto e ascolto delle nostre necessità. E soprattutto un approccio diverso: siano comunicate per tempo le previsioni sugli stop. Davanti al pericolo di zona rossa, dobbiamo sapere con anticipo quando potremmo fermarci».